Si sta livellando di giorno in giorno la curva dei contagi, al punto da suscitare finalmente un po’ di ottimismo perché a giorni, impossibile dire quanti, potremmo cominciare a vedere la discesa.
Lo indica il numero dei nuovi casi registrati oggi dalla Protezione civile, che si è decisamente abbassato rispetto a ultimi due giorni: i 75.528 malati di Covid-19 sono aumentati di 1.648 in 24 ore, contro l’aumento di 3.815 registrato domenica.
“Finalmente possiamo cominciare a essere ottimisti”, dicono i fisici che analizzano le statistiche dell’epidemia nella pagina Facebook “Coronavirus-Dati e analisi scientifiche”.
Il rallentamento dei nuovi casi si nota ormai anche nelle province più colpite, come Bergamo, Brescia e Milano e un altro elemento di ottimismo riguarda regioni del Centro Italia, che sono “fuori dalla crescita esponenziale”, rilevano gli esperti. Si nota infatti un incremento lineare dei nuovi casi positivi, che ogni giorno aumentano di un numero costante. “Siamo in attesa di veder calare questi numeri e per questo – aggiungono – dovremo aspettare l’effetto delle misure di contenimento”.
Un altro dato positivo riguarda il numero dei guariti, che con 1.590 è il più alto registrato dall’inizio dell’epidemia in Italia. Non vanno invece in questa direzione i dati sui decessi in quanto questi fotografano la situazione di circa 20 giorni fa, quando è avvenuto il contagio. Complessivamente sembra ormai certo che la curva dell’epidemia stia andando verso una sorta di plateau e che la fase di discesa potrebbe iniziare nei prossimi giorni. “Il punto è la velocità con cui la curva scenderà: questo dipenderà dall’efficacia delle misure di contenimento”, osservano gli esperti. Bisognerà comunque attendere ancora una settimana per vedere gli effetti delle misure di contenimento.
“La curva dei contagi cresce, ma si mostra più lineare, regolare. Questo vuol dire che, con i numeri a disposizione e le elaborazioni di virologi ed epidemiologi, possiamo aspettarci il raggiungimento del picco nel giro di 7-10 giorni e, ragionevolmente, la diminuzione del contagio”, ha rilevato oggi il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. È ottimista anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, che rileva che “i dati vanno nella stessa direzione di quelli accumulati negli ultimi giorni”.
Osserva comunque che “fare previsioni sul picco non è facile” e che “non si può prevedere se saranno 5, 7 o 10 giorni: ci sono varie ipotesi. Personalmente preferisco sottolineare il rallentamento della crescita”. Si comincia comunque al guardare al futuro e potrebbero dare un contributo in questa direzione i test diagnostici più rapidi per identificare il materiale genetico del coronavirus, per i quali si lavora alla validazione, e i test sierologici per identificare gli anticorpi, in via di validazione nelle regioni.
Un primo sguardo verso l’azzeramento dei casi lo lanciano infine le stime elaborate dall’Istituto Einaudi per l’Economia e la Finanzia (Eief), basate sui dati forniti ogni giorno dalla Protezione civile: indicano che il periodo compreso fra il 5 e il 16 maggio potrebbe vedere il possibile azzeramento dei casi di coronavirus in Italia.
Basate sui dati del 29 marzo, le elaborazioni statistiche indicano che il 6 aprile il Trentino Alto Adige dovrebbe essere la prime regioni a vedere l’azzeramento dei casi, seguita il 7 aprile da Liguria, Umbria e Basilicata, e poi da Valle d’Aosta (8), Puglia (9 aprile), Friuli Venezia Giulia (10 aprile), Abruzzo (11), Veneto e Sicilia (14 aprile), Piemonte (15) Lazio (16), Calabria (17), Campania (20), Lombardia (22), Emilia Romagna (28), Toscana (5 maggio).
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