Se la Commissione ha assegnato un’invalidità troppo bassa è possibile ottenere lo stesso un assegno INPS per la propria condizione.
L’iter di riconoscimento dell’invalidità non sempre ha l’esito sperato. La Commissione potrebbe riconoscere una percentuale di disabilità molto bassa che dà diritto a pochi aiuti se non a nessun beneficio. Si può sempre recuperare.
L’invalidità civile viene riconosciuta ai cittadini con minorazioni e conseguente riduzione della capacità lavorativa non inferiore a un terzo. L’iter di riconoscimento inizia con la richiesta al proprio medico di base di un certificato attestante la patologia invalidante. Questo verrà inviato all’INPS dal dottore mentre il cittadino riceverà un codice da utilizzare nel momento in cui in prima persona invierà richiesta di riconoscimento dell’invalidità telematicamente all’ente della previdenza sociale.
Il passo successivo è attendere che l’INPS chiami per fissare l’appuntamento della visita medica. Il richiedente dovrà presentarsi il giorno concordato davanti ad una Commissione medico-legale che valuterà la documentazione attestante la patologia e l’invalidità per poi redigere un verbale. Questo documento verrà spedito al domicilio dell’invalido e sarà completo dell’esito dell’istanza nonché del grado invalidità riconosciuto. La percentuale è fondamentale per capire quali benefici ottenere. Cosa fare se è troppo bassa?
Se la Commissione ha indicato nel verbale una percentuale di invalidità troppo bassa oppure non ha proprio riconosciuto l’invalidità, il cittadino ha solo una possibilità per ottenere i benefici (esenzione ticket, indennità di accompagnamento, pensione di inabilità…). Fare ricorso all’INPS oppure richiedere un nuovo accertamento sanitario.
Esistono due tipi di ricorso, giudiziario e amministrativo. Il primo riguarda la fase di accertamento sanitario, il secondo la procedura di concessione del beneficio. Se si dovesse optare, invece, per un nuovo accertamento allora bisognerà chiedere nuovamente al medico curante il certificato introduttivo. Attenzione, non si può presentare domanda per una stessa prestazione (tranne in caso di aggravamento delle condizioni) prima che la procedura in corso si sia conclusa né prima di una sentenza passata in giudicato.
Il ricorso giudiziario deve essere presentato entro sei mesi dalla data del diniego. Ci sarà un approfondimento dell’accertamento del requisito sanitario e alla fine il Giudice redigerà una relazione con l’esito delle verifiche. Il ricorso amministrativo concesso in caso di rigetto o revoca dei benefici può essere presentato telematicamente all’INPS oppure avvalendosi dell’aiuto del Patronato. La nuova visita, invece, farà ricominciare l’intero iter da zero e si concluderà con la redazione di un nuovo verbale.
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