Pulire casa si deve. Non possiamo sottrarci a questo strazio. Ma dovremmo sempre farlo con criterio. E per farlo dovremmo eliminare uno dei prodotti più amati ed usati.
Il re dei detersivi per la pulizia degli ambienti è sua maestà lo sgrassatore: alleato importantissimo nella battaglia contro lo sporco nelle nostre case, coniuga potere sgrassante ad una efficace igienizzazione. Ma a che prezzo?
E se il gesto più abitudinario e semplice che compiamo ogni giorno, ovvero prendere il flacone dello sgrassatore e nebulizzare dove vediamo macchie, fosse in realtà un gesto nocivo? Per noi e per l’ambiente? Come possiamo ottenere lo stesso potere sgrassante senza danneggiare nulla e nessuno?
Efficacia a caro prezzo
A cosa pensi se ti dico: killer delle macchie? Fin quando l’industria non lo ha immesso massicciamente sul mercato non sentivamo il bisogno di averne in casa, ma ora che c’è non riusciamo più a farne a meno. Lo usiamo su tutto: vestiti, mobili, attrezzi da giardino.
Ne esistono di tutti i tipi e consistenze, lo si trova davvero ovunque, anche nelle piccole botteghe di quartiere: si tratta dello sgrassatore. Sapevi, però, che questo utile detersivo deve, però essere usato con massima attenzione e parsimonia?
Lo sgrassatore, infatti, data la sua comprovata efficacia contro sporco, batteri e microbi in generale é, sì, un valido strumento di pulizia ma deve però esser usato con accortezza ed attenzione, perché contiene sostanze molto aggressive, che possono risultare nocive per la salute nostra e dei nostri cari.
Questi detersivi funzionano sullo sporco più ostinato, rimuovendo incrostazioni anche risalenti nel tempo, disgregando le molecole con sostanze molto aggressive, che creano un notevole danno ambientale. Per questo dovrebbero esser utilizzati con le dovute accortezze e cautele. Ecco una guida su come conservarli e ciò che non sapevi sul loro impatto ambientale.
Sgrassatori, istruzioni per l’uso
Una prima regola è quella di chiudere sempre lo spruzzino quando non li stiamo usando: la maggior parte dei flaconi in commercio sono dotati di un sistema di chiusura on/off sul beccuccio, e dunque non dovrebbe esser difficile richiudere in sicurezza la confezione.
Altra regola di buon senso è tenere questi prodotti in scomparti e scansie al riparo dagli occhi (e dalle mani) dei bambini: se ingeriti possono esser potenzialmente nocivi, se non mortali per i piccoli di casa. Evitare poi un contatto diretto con la pelle delle mani (magari munirsi di guanti, mentre li si maneggia), arieggiando i locali per evitare di respirarne l’aereosol (quelle microscopiche particelle che si liberano nell’aria dopo ogni spruzzo).
Impatto ambientale
Come detto, gli sgrassatori hanno un notevole impatto anche sull’ambiente: eppure un prodotto capace di sgrassare in pochi secondi, togliendo lo sporco ed igienizzando le superfici, ahinoi, qualche conseguenza negativa la porta con sé. Per “abbassare” la soglia di impatto ambientale, sarebbe dunque meglio acquistare le ricariche per risparmiare plastica (costano anche meno), utilizzando il prodotto con la massima parsimonia.
Gli sgrassatori sono composti principalmente da tensioattivi, composti capaci di sciogliere lo sporco, rimuovendolo con poca fatica, cui si aggiungono additivi, conservanti, coloranti e profumi sintetici: pertanto anche i detersivi al limone, alla vaniglia, alla lavanda, altro non sono che prodotti di sintesi industriale.
Anche la tanto decantata profumazione al Marsiglia è dunque soltanto il frutto di una trovata di marketing, unita ad una chimica specifica (per ottenere il candido biancore si utilizza ad esempio un opacizzante).
Gli sgrassatori sono dunque un ottimo alleato contro lo sporco giornaliero, contando però una serie di inconvenienti legato al loro consumo eccessivo: l’alternativa è pulire quotidianamente con prodotti più naturali, come bicarbonato, detersivi blandi o rimedi fatti in casa (succo di limone, etc.). La salute, i bambini (e l’ambiente) ci ringrazieranno.