A Torino la Tari, la tassa sui rifiuti aumenta di oltre 200 euro, si tratta di un rincaro inaspettato che si abbatte come una mannaia su chi è già costretto a fare i conti ogni mese per far quadrare il proprio bilancio familiare. Ecco per chi aumenterà.
Si tratta di un auttentico fulmine a ciel sereno che ha colpito i torinesi in queste ore. L’annuncio del rincaro è di quelli che fanno tremare i posli. Si parla, del resto, di 235 euro in più per ogni 100 metri quadrati. Un aumento davvero ragguardevole che, tra l’altro, fa scattare sul chi va la le associazioni. Proprio Giancarlo Banchieri, infatti, in queste ore, si solleva come scudo dinanzi alla decisione presa.
Le sue parole sono dure dinanzi ad una tassa, la Tari, che come molti affermano è già tra le più alte d’Italia. La TARI, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è un’imposta comunale italiana istituita dalla Legge di Stabilità del 2014. Questa ha sostituito le precedenti imposte TARSU, TIA e TARES. La tassa è finalizzata a coprire i costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati, ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte che possano produrre rifiuti.
Torino, aumenti della Tari tutti sul piede di guerra
La TARI deve essere pagata sia dai proprietari degli immobili sia dai locatari o affittuari. In caso di affitto, l’accordo tra le parti può prevedere chi effettivamente debba sostenere l’onere della tassa, ma legalmente entrambi possono essere chiamati a rispondere. La tassa viene calcolata sulla base della superficie calpestabile dei locali e delle aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti. L’importo da pagare può variare in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti prodotti, nonché del costo del servizio di smaltimento nel comune di riferimento.
Le tariffe della TARI sono stabilite annualmente dal comune, che tiene conto dei costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Le tariffe possono variare significativamente da un comune all’altro. Ecco, quindi, perché la levata di scudi dinanzi ad una tassa che, forse, con le docute precauzioni sarebbe potuta restare come era. Oggi, invece, ogni 100 metri quadrati, 235 euro in più per un ristorante, 118 per un bar, 135 per un negozio di generi alimentari, 37 per un negozio di generi extralimentari.
La Tari, infatti, è stata incrementata per tutte queste attività commerciali che, in fin dei conti, già pagavano una cifra molto alta viste le caratteristiche dei loro esercizi. Le cifre citate qualche rigo sopra, del resto, non sono altro che gli effetti del rincaro stimati da Confersercenti. Giancarlo Banchieri presidente di Confesercenti, infatti, dichiara: “Dalle stazioni di servizio dei carburanti, alle edicole, ai chioschi, ai mercati. Per confrontabilità dei dati abbiamo rapportato tutti i calcoli a una superficie di 100 metri quadrati, ma è evidente che – ad esempio – gran parte dei ristoranti hanno una superficie molto più vasta e dunque per loro la batosta è significativa: per chi già oggi paga 10.000 o 15.000 euro l’anno, anche un aumento del 6,67% è un duro colpo”.