Sarebbe il sogno di tutti, quello di lavorare il meno possibile e al tempo stesso guadagnare. Ma sappiamo, anche, che non è sempre possibile.
Ci sono, però, dei “piccoli accorgimenti” che possono essere messi in campo, specie nelle aziende (e un po’ meno nella pubblica amministrazione) che ci permettono di poter ridurre il carico di lavoro, anche per quel che riguarda i giorni della settimana.
A pensare questo sono state alcune aziende del Piemonte. Cerchiamo di capire insieme in cosa consiste questa novità e come può agevolare il lavoratore stesso.
Pensare ad aziende che aiutano e che possono esser vicine ai loro lavoratori è qualcosa che invoglia anche maggiormente al lavoro stesso. E se a farlo anche agevolando i lavoratori stessi, è ancora meglio. Questo è quello che a breve accadrà in Piemonte dove verrà applicata quella che, letteralmente, si chiamerà “la settimana corta”.
Diverse sono state le domande e le inchieste fatte ai lavoratori stessi che hanno portato a visualizzare così che ben il 55% di essi vuole una riduzione delle ore di lavoro, arrivando così a quella che viene definita la settimana corta. Lavoratori che sarebbero disposti a lavorare 10 ore al giorno per 4 giorni ed avere così gli altri tre giorni restanti completamente liberi per le loro singole necessità.
Nel torinese ci sono diverse aziende apripista che si propongono di fare questo tipo di sperimentazione, grazie anche ai pareri favorevoli di numerose aziende. Lo dicevamo: si tratta di una fase di sperimentazione. A introdurre la novità della settimana corta è stata la Luxottica, il marchio fondato da Leonardo Del Vecchio, un gruppo da 25,4 miliardi di fatturato con più di 200mila dipendenti nel mondo. Anche la Lamborghini ha portato la settimana a quattro giorni nelle sue linee di produzione piemontesi.
Ma in cosa consiste nel dettaglio? I sindacati spiegano che si lavora su due turni da otto ore, dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22. Chi aderisce alla settimana corta ha diritto a 20 giorni liberi all’anno e anche il venerdì, secondo un calendario deciso in anticipo. Dall’altro lato, lo stipendio resta invariato.
“La riduzione d’orario è sempre più importante, perché da un lato è una delle condizioni poste dai giovani, a cui le aziende devono porre attenzione per essere attrattive, dall’altro è un’esigenza per contenere la perdita di posti di lavoro a seguito della digitalizzazione. Uno dei modi per farlo è redistribuirlo garantendo nuovi spazi di libertà” – spiega il segretario generale della Cgil Piemonte, Airaudo.
Piano piano, è una sperimentazione che verrà attuata nelle diverse province del Piemonte e non solo a Torino. Al momento, lo ripetiamo, si tratta di una sperimentazione e non si sa, nel dettaglio, quando e se mai entrerà in vigore ufficialmente. “Lavorando meno si lavora meglio, si riducono i rischi e c’è un ritorno anche dal punto di vista della produttività” – è convinzione collettiva delle aziende e dei lavoratori.
Chissà se sarà davvero così…
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