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Sport

Infortuni nel calcio: colpa dei social, parola dell’esperto

Gli infortuni nel calcio sono sempre di più un problema. Squadre che, magari, durante l’anno, vedono la propria rosa dimezzata o calciatori, anche importanti costretti a stare fuori per mesi. Il problema è talmente grande che porta gli esperti ad interrogarsi. La risposta: colpa dei social.

Sono sempre di più i tifosi che si interrogano del perché la propria squadra sia falciata dagli infortuni. Perché i loro beniamini siano sempre soggetti a stop a causa di problemi muscolari o simili. La verità, però, è che il problema non riguarda solo i propri beniamini, anche se quelli ovviamente si notano di più. La realtà è che questi infortuni interessano, oggi, la stragrande maggioranza dei calciatori.

Infortunio muscolare per il calciatore in campo – lavocetorino.it

Il fenomeno è così diffuso che in molti, esperti e professionisti del settore, si interrogano e provano a dire la loro. Fino a qualche tempo fa si pensava che l’aumento di gare, con partite disputate anche durante la settimana per i vari impegni di coppe, portasse un carico eccessivo ai muscoli dei calciatori rispetto al passato. Il problema, però, sembrerebbe essere tutt’altro. La differenza tra il calcio di ieri e quello moderno non risiede solamente nell’aumento delle partite e, quindi, del carico di lavoro per i calciatori.

Gli infortuni nel calcio sarebbero colpa dei social ecco la teoria dell’esperto

Il fenomeno degli infortuni nel calcio non può nemmeno essere addotto alla modernità di un calcio più veloce, più frenetico dove per 90 minuti i calciatori sono impegnati a correre per tutto il campo ad una intensità, sicuramente, maggiore rispetto al passato. Il problem degli infortuni nel calcio è serio e avrebbe un responsabile preciso, o meglio più responsabili riconducibili allo stesso aspetto: i social.

Per quanto questa affermazione possa far storcere il naso a qualcuno o addirittura sucitare un sorriso. La tesi è di quelle serie, sostenuta con argomentazioni e, soprattutto, sollevata da chi è esperto nella materia. Proprio in queste ore, infatti, Christian Panucci ex difensore di Roma, Real Madrid e Nazionale azzurra, ha fato sentire la sua voce. L’ex terzino, oggi commentatore TV e allenatore, ospite dell’Howden Talk sui rischi per gli sportivi organizzato a Cervia, in occasione dell’Open d’Italia di golf, ha spiegato come i social influiscano sulle prestazioni dei calciatori esponendoli ad enormi rischi.

Insulti social per il calciatore Mattia De Sciglio – lavocetorino.it

Con i social, infatti, tutto viene amplificato. I calciatori hanno migliaia, milioni di follower tutte persone che, oggi, sui social si sentono in diritto di dire la loro. Senza filtri senza freni confondendo la maleducazione e l’odio per libertà di parola. Ebbene grazie ai social per i calciatori tutto viene amplificato, un complimento per una ottima prestazione diventa, così, migliaia di commenti positivi sotto a un post, migliaia di commenti positivi sparsi per il web che, ovviamente, fanno piacere a chi li riceve.

Il problema è quando, magari in occasione di una pessima prestazione che nel calcio ci può sempre stare, i commenti diventano negativi, i tifosi sfogano la loro frustrazione nei confronti del proprio bersaglio. Panucci, in particolare fa l’esempio di Di Lorenzo dopo Italia Spagna riferendosi a tutti i commenti negativi che sicuramente il calciatore ha ricevuto. Questo fa si che si accumuli stress, i nervi siano tesi e così i muscoli e quando si torna in campo, la tensione espone inevitabilmente un calciatore a rischi di infortunio.

Un altro esempio, anche se non si parla di infortunio muscolare ma bensì di etichetta, potrebbe essere quello di Allegri. In occasione della finale di Coppa Italia della sua Juventus contro l’Atalanta tutti sappiamo cosa è accaduto. Per Allegri alla Juve negli ultimi due anni non è stata di certo semplice. I tifosi sui social non hanno mai smesso di attaccare il tecnico scaricando le loro frustrazioni su Massimiliano Allegri. Stando alla teoria di Panucci in effetti anche per Max deve essere stato un accumulo di stress e tensione che poi è culminata in quella scenata di fine gara. 

Per Christian Panucci: “Non è una questione di numero di partite giocate in una stagione, che non sono tante di più di quelle che giocavamo noi”. “C’è un aspetto psicologico, oggi per un calciatore una cattiva prestazione significa ricevere centinaia di messaggi di insulti che restano in testa. Si rischiano infortuni da stress – continua Panucci – da negatività per una partita giocata male. Si entra in campo con i muscoli talmente tesi per il carico emotivo che si rischia di infortunarsi”

Rocco Grimaldi

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