Il sogno di rimanere giovani per sempre, puntando a raggiungere una sorta di “immortalità”, è ogni giorno più diffuso. Ma è possibile realizzarlo? La risposta viene dalle leggi della fisica.
Negli ultimi decenni, si è sviluppata una vera e propria corsa all'”immortalità”. La paura di invecchiare e assistere al proprio “tracollo” fisico è particolarmente sentita da una platea davvero grande di persone in tutto il mondo. A partire da celebrità, vip e imprenditori vari, disposti a spendere anche milioni nel tentativo di rimanere giovani in eterno. Per quanto un’attenzione minuziosa verso le proprie abitudini, alimentari e non, il supporto di esperti del settore e – in alcuni casi – la chirurgia estetica possano dare tale speranza, è veramente possibile diventare “immortali”?
In questi mesi il progetto Blueprint dell’imprenditore Bryan Johnson ha fatto molto discutere, finendo sulle prime pagine dei quotidiani di ogni parte del globo. Il miliardario statunitense è un perfetto esempio di ricerca sfrenata all’eterna giovinezza. Aperto sostenitore del Quantified Self – un movimento incentrato sull’utilizzo di tecnologie e pratiche che puntano all’immortalità dei pazienti -, Johnson ha affermato di sentirsi un “uomo nuovo” da quando ha iniziato il suo percorso.
Ogni giorno si sottopone ai controlli di un team composto da 30 medici che valutano le sue funzioni corporee. L’imprenditore segue un preciso piano alimentare, si allena con costanza ed effettua una serie di trattamenti appositi per tenere il tracollo fisico il più lontano possibile e fare in modo che il processo di invecchiamento si inverta.
Tra le pratiche che più hanno fatto parlare, spiccano le trasfusioni con il sangue del figlio 17enne. Per non parlare delle centinaia di pillole e vitamine che assume quotidianamente. Ma anche della sua abitudine di dormire in una camera in cui è presente solamente un letto, un dispositivo a cui vengono collegati i suoi organi genitali e una visiera protettiva – senza tv, smartphone o quant’altro.
Ovviamente, mantenere uno stile di vita simile non è cosa per tutte le tasche (secondo le fonti, Johnson spenderebbe 2 milioni di dollari all’anno). Eppure, è comune domandarsi se trattamenti del genere possano avere davvero effetto sul processo di invecchiamento. La risposta ci viene data dalla fisica e dalle sue leggi. In particolare, Peter Hoffmann (esperto in nanomeccanica e biofisico) si è recentemente espresso al riguardo.
Le parole del dottore, in un’intervista al Nautilus Magazine, sono estremamente chiare: l’invecchiamento è un processo inevitabile, che interessa qualsiasi organismo, e ciò avviene proprio per via della seconda legge della termodinamica, che può esserne considerata il fattore determinante. Essa, infatti, “governa il comportamento di tutte le molecole”.
Le cellule del DNA sono in grado di riprodursi e replicarsi. Ma per un numero circoscritto di volte, prima di iniziare ad invecchiare esse stesse in primis. La loro forma cambia, adeguandosi all’età dell’organismo. Un fenomeno noto come “Limite di Hayflick”, dal nome del professore di anatomia e microbiologia che per anni si è dedicato a studiare l’argomento e che è giunto ad una conclusione: “Tutto nell’universo invecchia per la stessa ragione”.
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