L’estate è, al tempo stesso, anche voglia matta di gelato, in tutte le sue forme e in tutti i suoi gusti. A Torino c’è, però, qualcuno che brilla più degli altri.
Tante sono le classifiche che vengono fatte, a livello sia nazionale che mondiale, di quali siano o possano essere le migliori gelaterie e i migliori gelatai. Ma mai nessuno avrebbe immaginato che qualcuno di Torino poteva esser presente in classifica.
Eppure così è stato. Vediamo insieme di chi si tratta e conosciamo meglio qual è la particolarità del suo gelato, tanto da farlo entrare nelle classifiche.
Il gelato: insieme all’anguria, è lui il re dell’estate. Nessuno lo batte perché è proprio in questa stagione che ne consumiamo in quantità, anche industriale. Che siano essi già confezionati o artigianali, nessuno ha più successo di lui in questa stagione che sta per aprirsi.
Per questo motivo, ecco che si aprono le classifiche, ogni anno, per scegliere il miglior gelato quanto anche il miglior gelataio, sia a livello nazionale che a livello mondiale. La nostra nazione vanta, come a livello culinario, anche dolciario, maestri ed eccellenze che in tutto il mondo ci invidiano. E, stando alla “Gelato Festival World Rankling”, il secondo posto di questa classifica è occupato da un italiano.
E’ quello di Giovanna Bonazzi di Parona, seguito da altri gelati italianissimi. Nella top ten del “Word Ranking”, 6 gelatieri su dieci sono italiani. A Torino, la città dove sarebbe nato il cono da passeggio e dove è nato il Pinguino, c’è una bella posizione in fatto di gelati e gelaterie. Un 6° posto con 176 punti ottenuto da Leonardo La Porta della “Gelateria Miretti” di Torino, in posizione ex æquo con un collega di Correggio, Fabio Forghieri.
Leonardo La Porta è il gran gelatiere di Miretti, nonché inventore del gelato alla “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco” dedicato a Papa Francesco. Un gelato alla crema di San Giovanni, creato per la festa del patrono di Torino e che vede fra gli ingredienti pane, pepe e zafferano. Un gelato che, però, rimane off limits a Torino, tanto da esser venduto solo il 24 giugno, giorno della festa patronale.
Ma anche il gelato “Araba Fenice”, fatto con tè nero cinese, fiordilatte, crumble al cachi e variegatura ai lamponi e peperoncino. Insomma: non solo gelati, ma vera e propria poesia in gelateria, che sia esso in un cono o in una coppetta. Ed un premio più che meritato.
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