Tutti a puntare il dito contro il manipolatore. Ma se il manipolatore fossi tu? Ecco una serie di domande che devi porti se vuoi scoprirlo. Lo dicono gli esperti.
Chiaramente in questo caso si tratta di manipolazione quasi inconsapevole e di essere dei manipolatori “covert” ovvero nascosto. Siccome è comunque una cosa molto poco carina da fare vediamo come agire nel caso in cui lo fossi.
C’è sempre tempo per migliorare ed eliminare i comportamenti sbagliati. Specie se questi comportamenti li portiamo avanti inconsapevolmente. Rispondi a queste 4 domande per capire se sei o meno un manipolatore “covert”.
C’è una grossa possibilità che tu sia un/una manipolatore/manipolatrice. Potresti addirittura attuare comportamenti manipolatori senza neanche rendertene conto. E’ di questo che è convinto il Dottor Seth J. Gillihan, uno psicologo del comportamento specializzato in terapia comportamentale.
Egli sostiene che ci si può anche render conto da soli se si hanno comportamenti manipolatori. Basta rispondere a quattro semplici domande.
Le quattro domande da porti per capire se sei un potenziale manipolatore sono queste:
Se la risposta che hai dato a tutte e 4 le domande è sì allora, congratulazioni! Sei un manipolatore covert! E dunque attui, più o meno consapevolmente, delle tattiche di manipolazione occulta. Andiamo a chiarire i quattro punti.
Per quanto riguarda il numero 1 è chiaro che la maggior parte di noi avrebbe risposto di sì senza nemmeno pensarci. E’ da quando siamo bambini che tentano di insegnarci che non bisogna dire tutto a tutti. Che alcune cose bisogna tenerle per sé e che non tutti meritano di sapere proprio tutto di noi.
E infatti la domanda è probabilmente posta male. Nel senso che non si parla di condividere informazioni personali o segreti ma di scegliere volutamente di omettere informazioni importanti. Magari a dei colleghi di lavoro o anche a dei familiari per questioni importanti.
Quanto alla seconda domanda è chiaro che essere ipercontrollati è un atteggiamento manipolatorio, poiché non lasciamo trasparire le nostre emozioni e in questo modo immettiamo la conversazione sui binari che vogliamo noi.
Per quanto riguarda il terzo punto, forse, non andrebbe neanche spiegato più di tanto. Chiaro, non stiamo parlando dell’atteggiamento adulatorio che una tantum può aiutarci ad uscire dai guai o ad ottenere qualcosa, ma del sistematico ricorso all’adulazione per ottenere cose.
Per quanto riguarda l’ultimo punto è in realtà una cosa che la maggior parte di noi ha fatto almeno una volta, specie negli anni dell’adolescenza. Adattarsi a chi ci sta di fronte, però, non è una buona cosa visto che in tal modo non lasciamo trasparire la nostra vera natura. Insomma non è corretto far credere alle persone di essere come non siamo.
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