La città di Torino tende la mano all’Ucraina nel lungo conflitto con la Russia che la vede coinvolta da più di un anno. La decisione è arrivata direttamente dalla Regione e, in queste ore, ci si sta confrontando con il governo e l’Ambasciata per attuare il piano.
E’ una di quelle decisioni forti presa dalla Regione Piemonte che coinvolgerà Torino in primo luogo nel conflitto russo-ucraino. il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dopo aver deciso con i suoi, sta aspettando ora il confronto con l’Ambasciata e con il Governo italiano le modalità per attuare questo piano di intervento. A breve, quindi, nel giro di poche ore ancora Torino potrebbe scendere in campo in maniera diretta.
C’è da dire che il conflitto russo-ucraino, ha radici più vecchie di quello che si pensa. Iniziato, infatti, nel 2014 con l’annessione della Crimea da parte della Russia e il sostegno russo ai separatisti nell’Ucraina orientale, ha subito una drammatica escalation nel febbraio 2022 con l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte delle forze russe. Questo attacco ha segnato un cambiamento significativo nella dinamica del conflitto, trasformandolo da una guerra regionale a una crisi internazionale con implicazioni globali.
Le radici del conflitto affondano nelle tensioni storiche e geopolitiche tra Russia e Ucraina. Quest’ultima, infatti,, un’ex repubblica sovietica, ha cercato di rafforzare i suoi legami con l’Occidente e di integrarsi nelle strutture europee e atlantiche, un processo visto con crescente preoccupazione da Mosca. La rivoluzione ucraina del 2014 rovesciando il governo filo-russo di Viktor Yanukovich, ha innescato una serie di eventi che hanno portato all’annessione della Crimea da parte della Russia e all’inizio del conflitto armato nel Donbas.
Nel febbraio 2022, la Russia ha lanciato un’invasione su larga scala dell’Ucraina, giustificandola con la necessità di “denazificare” e “smilitarizzare” il paese. Questo attacco ha scatenato una massiccia risposta internazionale, con sanzioni economiche senza precedenti imposte alla Russia e un significativo aumento dell’assistenza militare e umanitaria all’Ucraina da parte dell’Occidente. Proprio in quest’ottica è dell’ultima ora la decisioine del Piemonte di scendere in campo.
Solo qualche giorno fa, infatti, lunedi 8 luglio, un ospedale pediatrico di Kiev, in Ucraina, è rimasto vittima di bombardamenti russi. L’ospedale, ovviamente, era in funzione e si stava occupando di tantissimi bambini. L’orrore, naturalmente, non è legato solo al bombardamento con le relative conseguenze e vittime ma anche al fatto che, ora, i bambini sopravvisuti, non hanno un posto dove essere curati.
Per queste ragioni il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo essersi confrontato con Tajani e con il suo Assessore alla Sanità Federico Riboldi, ha deciso di aprire le porte della regione, in particolare, quelle dell’ospedale Regina Margherita di Torino per accogliere i bambini ucraini bisognosi di cure. I piccoli pazienti sfollati dall’ospedale bombardato arriveranno, dunque, nella città di Torino. “Nelle prossime ore – annuncia Alberto Cirio – definiremo con l’Ambasciata e con il governo le modalità con cui i bambini, una decina, potranno raggiungere in sicurezza il nostro territorio”.
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