Il sistema pensionistico italiano sta per andare incontro ad una riforma decisiva, che cambierà tutto: ecco cosa prevede.
Il tema delle pensioni è, da tempo, uno dei più discussi in Italia. Da anni, si spera in un cambiamento che possa portare a migliori garanzie per i cittadini, dopo una vita dedicata al lavoro. Nonostante l’introduzione, da parte del Governo, di misure che permettono di lasciare prima la propria occupazione, le criticità non mancano. Molto spesso, infatti, i lavoratori si ritrovano a dover accettare di percepire un assegno pensionistico molto basso, non sufficiente per affrontare il caro vita. Eppure, molto presto le cose potrebbero cambiare totalmente, con una riforma decisiva della legge Fornero.
Per accedere alla pensione di vecchiaia, i cittadini devono possedere due requisiti fondamentali. Il primo, quello anagrafico, prevede il raggiungimento dei 67 anni di età; mentre il secondo requisito, quello contributivo, richiede 20 anni di versamenti maturati. Il sistema previdenziale italiano, tuttavia, sta attraverso un periodo di crisi con conseguenze dirette sulla popolazione, che chiede maggiori garanzie per quanto riguarda l’uscita dal lavoro.
Finora, il Governo ha provveduto con l’introduzione di misure come Opzione Donna che, sebbene permettano di accedere alla pensione anticipatamente, determinano un taglio sull’assegno percepito dai beneficiari. Una riforma del sistema previdenziale si fa sempre più necessaria e, adesso, potrebbe farsi strada una soluzione che punta ad assicurare una maggiore flessibilità ai lavoratori. Senza, però, dimenticare la necessità di bilanciare i conti pubblici mantenendo la sostenibilità del sistema stesso.
La proposta in questione è stata avanzata dal presidente del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, e dalla coordinatrice generale statistico-attuariale dell’INPS, Antonietta Mundo. Si tratta di una riforma organica del sistema pensionistico che andrebbe a sostituire definitivamente la legge Fornero. Questa prende il nome di Quota 92 ma – a differenza di misure come la sopracitata Opzione Donna o di Quota 100 – non si presenta come una semplice agevolazione che permette di lasciare prima il lavoro.
Cosa prevede la riforma? Innanzitutto, il requisito contributivo aumenterebbe a 25 anni di versamenti maturati (e non più 20). Ci sarebbe, tuttavia, l’introduzione di una finestra (pari a 9-10 anni) in cui sarà possibile andare in pensione. Un cittadino, quindi, potrebbe decidere di lasciare il lavoro a partire dai 63 anni, con un assegno pensionistico ridotto. Dai 67 anni, poi, è prevista l’inversione del meccanismo con la concessione di un premio per chi ritarda il momento di uscita dal lavoro, andando in pensione per esempio a 72 anni.
L’assegno, secondo il programma, dovrebbe essere equivalente a 1,5 volte quello minimo. In tal modo, ci si potrebbe assicurare di percepire una somma sufficiente al sostentamento anche per le pensioni anticipate. Per il momento, comunque, stiamo parlando di una proposta che non ha ancora trovato conferme da parte del Governo. Quest’ultimo, infatti, starebbe optando maggiormente per misure temporanee (come quelle a cui ormai ci siamo abituati), in vista della prossima Legge di Bilancio.
Non si placano le voci sul futuro del tecnico del Milan Paulo Fonseca che potrebbe…
Conosciamo le otto possibili soluzioni ad un serio problema, i termosifoni che non partono. Come…
Biglietti Sanremo 2025, iniziano ad arrivare le prime informazioni e notizie a proposito di questo…
Spoiler Un posto al sole episodi in onda fino a venerdì 29 novembre 2024: Guido…
Fare molta attenzione alle cose di Natale che possono risultare tossiche per il gatto. Alcune…
Per questo favoloso piatto di Natale per 8 persone puoi usare un budget di soli…