I dati rilasciati dalle varie agenzie regionali parlano chiaro. Ci sono 4 regioni italiane che hanno seri problemi di balneazione in vari punti del proprio territorio.
La particolarità di questa situazione sta nel fatto che le quattro regioni in questione sono anche quelle che godono di svariate Bandiere Blu. Spieghiamo bene di cosa si tratta e quali sono i rischi del fare il bagno in zone proibite.
Ecco quali sono le regioni che presentano questa criticità. Fare il bagno in queste acque può essere molto pericoloso e quindi è bene evitare.
Un’estate al mare
Quando si programma una vacanza al mare la prima cosa che si dovrebbe fare, se si va in una zona nuova, sarebbe controllare lo stato delle acque. Insomma capire se lo specchio d’acqua in cui ci immergeremo è o meno balneabile. E’ una cosa che, in realtà, non fa quasi mai nessuno giacché spesso si pensa che basti guardare l’acqua per capire se è o meno balneabile.
La notizia è che, no, il fatto che l’acqua sia trasparente non necessariamente implica che sia balneabile. E in merito a questo abbiamo qualcosa da specificare.
Perché non si deve fare il bagno in acque contaminate
Ma perché non si dovrebbe bagnarsi in acque dichiarate non balneabili? Sembra quasi sciocco doverlo scrivere, ma è comunque importante farlo visto che anche in tema di balneazione esiste molta disinformazione.
Troppe sono ancora le persone che ignorano i divieti di balneazione e continuano a fare il bagno in acque contaminate. Per prima cosa chiariamo due concetti, che è poi sono tra i motivi che portano molte persone a non credere ai divieti di balneazione: com’è possibile che le acque passino così repentinamente dall’essere non balneabili all’essere balneabili? E ancora: com’è possibile che nel posto X l’acqua sia non balneabile mentre nel posto Y (che è attaccato al posto X) l’acqua sia invece balneabile?
La risposta ad entrambe le domande è, in realtà, assai banale. I principali microrganismi che vengono monitorati sono Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali.
Escherichia Coli ed Enterococchi per loro stessa natura non possono sopravvivere in ambienti a loro non congeniali. E l’acqua salata del mare rappresenta proprio un ambiente poco congeniale. Per cui se la contaminazione è sporadica e di portata non eccessiva l’acqua torna balneabile già dopo poche ore.
Non solo perché il sale uccide i microrganismi ma anche perché l’acqua stessa li diluisce e le correnti portano via i microrganismi stessi. In questo modo si spiega anche il perché il posto X può essere contaminato mentre il posto Y può tranquillamente non esserlo.
Cosa provoca l’ingestione e il contatto con questi microrganismi? La gamma dei problemi è ampia: dalle gastroenteriti ai disturbi oculari, dai problemi respiratori ai rush cutanei.
Le quattro regioni interessate
Stando ai dati facilmente consultabili partendo dal sito SNP Ambiente ci sono 4 regioni che quest’anno hanno un serio problema di balneazione ma limitato ad alcune porzioni di costa. Le regioni sono: Toscana, Campania, Sicilia e Liguria.
Per quanto riguarda la Campania, tolta la solita zona critica di Licola, si segnalano grosse criticità ad Eboli e Capaccio (che è parte di Paestum). Per quanto riguarda la Sicilia è Messina a mostrare delle criticità. In questo caso non si tratta soltanto di microrganismi ma anche di un non ben precisato inquinamento chimico che coinvolge diversi tratti di costa.
Per quel che concerne la Liguria, recentemente è stata Genova ad avere grossi problemi. Quattro spiagge sono state chiuse per rischio batteriologico. Infine la Toscana che riporta un rischio generalizzato di contaminazione delle acque marine provocato dai cambiamenti climatici e dalle forti precipitazioni.
Non essendo la regione (ma non è l’unica, ovviamente) dotata di un sistema di fognature e depuratori in grado di fronteggiare grosse quantità d’acqua è inevitabile che molti agenti inquinanti si riversino in mare.
Per saperne di più basta cliccare QUI