La situazione è veramente escandescente a Torino nella casa circondariale Lorusso e Cutugno, conosciuta comunemente come carcere Le Vallette. Da un paio di giorni si susseguono episodi di violenza e protesta. Ultima l’aggressione ad un agente finito in ospedale.
Una situazione fuori controllo come la definiscono i sindacati della polizia penitenziaria. Una autentica bomba ad orolegeria che potrebbe scoppiare in qualsiasi momento con conseguenze ancora più gravi. E’ stata una settimana devastante per il carcere di Le Vallette. Tutto inizia con i detenuti che si rifiutano di entrare nelle proprie celle, poi una rissa furibonda tra detenuti ubriachi e drogati. Le immagini, tra l’altro, finite sui social in particolare su Tik Tok stanno sollevando molte polemiche.
La tensione nel carcere, per, è restata alta per tutta la settimana, tra cancelli sradicati, aggressioni e violenze, Domenica un agente è finito in ospepdale a seguito di uno sconcertante episodio di violenza, aggredito da un detenuto il quale gli ha spaccato la testa con una bomboletta di gas di quelle utilizzate per i fornelli. Dalla casa circondariale, però, oggi arrivano gli appelli al Ministro Nordio ed alla premier Meloni per tentare di evitare quella che sembra essere una tragedia annunciata.
Torino situazione escandescente richiesto lo stato d’emergenza
La situazione del carcere di Torino è da anni una situazione scabrosa, un po come quella di tutte le carceri italiane. I detenuti sono troppi, c’è sovraffollamento, le guardie penitenziarie sono poche, sotto l’organico necessario. Non è la prima volta che accadono episodi di violenza nel carcere, non sono mancati nel corso degli anni i suicidi tra detenuti. Chiunque si è recato in visita alla struttura ha parlato di celle fatiscenti, di reparti al limite dell’agibilità umana e di episodi di violenza tra i detenuti.
Ivan Scalfarotto deputato, si recò in visita qualche anno fa come membro della commissione ad hoc del Parlamento. Il suo racconto fu veramente da brividi. Una struttura fatiscente dove in alcuni casi si registravano anche scarsa igiene e vivibilità. I detenuti lamentavano comportamenti violenti con uno in particolare, un detenuto in attesa di giudizio che mostrò a Scalfarotto dei segni di ustione sul corpo dovuto a dell’olio bollente che altri detenuti gli avevano versato addosso.
L’episodio dell’olio bollente che, tra l’altro, è stato registrato anche in questi giorni di violenza inaudita. C’è qualcosa che non va al carcere di Torino e, in molti, sembrano saperlo, non correre ai ripari sarebbe aspettare in silenzio la tradegia. Il carcere, infatti, costruito per ospitare poco meno di 1100 persone oggi ne ospita 1488. Un sovraffolamento di circa il 50% in più con più di 400 persone in esubero.
A questo fa eco, però, un personale penitenziario ridotto. Nel carcere ci sono 700 agenti divisi tra i padiglioni femminili, dove sono ospitate 125 detenute, e i padiglioni maschili. Per il sindacato si tratta di 204 agenti in meno rispetto al dovuto. Una situazione, quindi, come detto fuori controllo dove ognuno sembra fare ciò che vuole almeno questo stando alla denuncia dei sindacati.
Al Ministro Nordio, infatti, l’Osapp chiede l’invio dei Gir, il Gruppo intervento speciale, descrivendo lo stato del carcere di Torino come “un luogo fuori controllo, i detenuti fanno quello che vogliono in barba alle regole” mediante le parole del suo segretario generale, Leo Beneduci. I sindacati della polizia penitenziaria si rivolgono anche e, soprattutto, alla premier Giorgia Meloni chiedendole di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri italiane. Non solo Torino, infatti, negli ultimi periodi a subire violenze e rivolete sono state le carceri di Viterbo, Aosta, Firenze, Vercelli.