Grazie ad un nuovo ingresso lo storico Wasabi, primo ristorante giapponese aperto a Torino, ha trovato nuova vita. Ecco tutti i dettagli di questo ritorno in grande stile.
Dimenticate la fusion, il mangia tutto ciò che puoi e la qualità discutibile. Wasabi è un vero e proprio ristorante tradizionale giapponese, con chef giapponesi e con staff giapponese. Un’esperienza totalmente immersiva in una cucina e in una cultura che in Italia sono ancora poco conosciute.
Dimenticate tutto ciò che pensate di sapere su Ramen, Sushi e Sashimi. Da Wasabi si fa sul serio. Chi entra in questo locale sa di doversi ripulire da tutti i preconcetti sulla cucina nipponica ed accetta di farsi condurre per mano in un viaggio indimenticabile nel gusto.
I torinesi amanti della cucina giapponese lo conosceranno di sicuro. E’ un ristorante che esiste dal 1997 ed è il primo giapponese che sia mai stato aperto nel capoluogo piemontese.
Non ha vissuto sempre momenti facili ma da febbraio 2024 con l’arrivo di chef Masanori Tezuka è ritornato al suo antico splendore. Stiamo parlando di Wasabi che si trova in Corso Francesco Ferrucci. Quanto a Tezuka non è nuovo ai grandi rilanci di locali.
Basti pensare alla sua esperienza con Miyabi, altro ristorante giapponese di enorme successo (ora chiuso, non si sa se temporaneamente o definitivamente) che si trova(va) in Via Villa della Regina. Chef Masa è riuscito in pochissimo tempo ad aprire il ristorante, a farlo conoscere, a raggiungere l’eccellenza e ad ottenere le meritatissime Tre Bacchette nella Guida Sushi 2021 di Gambero Rosso.
La stessa identica cosa sta facendo con Wasabi avendogli già fatto ottenere le agognate Tre Bacchette nella Guida Sushi 2025.
Come detto, quella di chef Tezuka è una cucina tradizionale. O, meglio, è la cucina tradizionale della regione giapponese da cui egli proviene. Egli è di Kobe che si trova nella regione del Kansai e, stando a ciò che egli stesso racconta, quella della sua regione è un tipo di cucina più delicata rispetto a quella di altre regioni del suo paese.
Abbiamo scritto che da Wasabi l’esperienza è totalizzante. Per cui varcata la soglia del locale si entra in un piccolo angolo di Giappone. Bisogna dunque togliere le scarpe ed accomodarsi sul Tatami. Si può ordinare alla carta o affidarsi allo chef con la formula (da 7 o 9 piatti) Omakase, cioè: lascia fare a me.
Il menù prevede, certamente, sushi, sashimi ma anche carni pregiate come il Wagyu, vini ed altre bevande tradizionali. Particolarmente apprezzabile la scelta di servire il Ramen soltanto un giorno alla settimana, il lunedì, che è poi il giorno in cui il brodo viene preparato. E’ una preparazione lunga e complessa e che merita di essere servita al momento.
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