Shampoo, se c’è scritto questo sull’etichetta non comprarlo: pericolo per la salute

È una delle “azioni” che, specie in esatte facciamo di più, ovvero quella di farci lo shampoo. Sappiamo anche che, è necessario, sempre scegliere il corretto prodotto in base ai nostri capelli.

Spesso, sia sui giornali che in tv, sentiamo parlare di diverse marche di shampoo che vengono bocciate perché non sono adatte e non hanno i requisiti giusti per essere applicati sui capelli. Ma dobbiamo sapere che, ovviamente, esistono anche dei marchi promossi.

Bottiglie di shampoo

Alcuni esperti ci fanno capire quali sono le principali caratteristiche che uno shampoo deve avere per non rovinare i nostri capelli. Scopriamole insieme.

Come riconoscere lo shampoo buono

Lo shampoo è il principale amico dei capelli, in particolare per le donne e specialmente durante il periodo estivo, momento dell’anno durante il quale i nostri capelli diventano più soggetti ad agenti aggressivi quali sole, salsedine e soprattutto sudore. Ma come fare a scegliere lo shampoo che più si addice ai nostri capelli? È la domanda alla quale abbiamo più difficoltà a rispondere.

Uno studio di una società, riportato su di una rivista tedesca, ha testato ben 38 tipi di shampoo per capelli sottili ed ha osservato come ben 10 di questi sui primi 13 testati, essendo prodotti con elementi naturali, hanno avuto tutti delle attestazioni positive. 25, invece, di altre tipologie di shampoo hanno avuto come giudizio il “molto buono” (Alterra Phyto-Kollagen Volumen e Annemarie Borlind Volume).

Donna che fa lo shampoo dal parrucchiere

Le differenze e i voti

Alcuni che hanno ottenuto un giudizio “soddisfacente” (e sono ben 6) sono totalmente sconosciuti nel nostro paese, mentre le più note marche come Wella, Pantene, Dove e Kerastase hanno ottenuto invece i voti peggiori. Ma perché questa differenza così abissale? Un esperto spiega il perché di tutto questo: “La presenza di un conservante migliore rispetto ad un altro non muove il costo globale del prodotto, mentre il marketing sì. Le aziende preferiscono spendere i soldi in efficaci strategie di marketing, che puntano a convincere le persone a comprare il proprio prodotto […] Il guaio della cosmesi è che non esiste una legge che imponga la biodegradabilità delle sostanze utilizzate. Le grosse aziende non ci pensano neanche” – spiega.

Se osserviamo attentamente, ad andare avanti con il maggior successo anche nell’analisi sono quelli che hanno al loro interno prodotti naturali, a differenza, invece, di quelli che hanno maggioranza di componente chimica a al loro interno.

Una differenza notevole che va fatta anche da parte nostra quando acquistiamo uno shampoo.

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