Ci sono casi in cui è possibile evitare le tasse sullo stipendio grazie ad alcune agevolazioni di cui non tutti sono a conoscenza. L’Agenzia delle Entrate ha spiegato tutto in una comunicazione.
Molti lavoratori si chiedono se sia possibile evitare, in quale modo, le tasse sul proprio stipendio. A rispondere a tale dubbio ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate che, in una comunicazione, ha specificato in quali casi è possibile sfruttare determinate agevolazioni fiscali di cui, probabilmente, non tutti sono a conoscenza. In questo articolo approfondiremo come muoversi nel vasto panorama fiscale per poter, finalmente, dire addio alle imposte sulla retribuzione percepita.
Innanzitutto, le tasse sullo stipendio possono essere evitate solamente in situazioni specifiche. In tal caso, ci concentreremo su una misura che tanti dipendenti conoscono bene: ci riferiamo ai premi di risultato. Questi, infatti, costituiscono una cifra aggiuntiva che si somma alla retribuzione e che viene erogata dal datore di lavoro a coloro che nel corso dell’anno si distinguono per aver raggiunto risultati ragguardevoli in fatto di produttività, innovazione, qualità ed efficienza.
I premi di risultato si accompagnano ad una tassazione pari al 5%. Eppure, i dipendenti hanno la possibilità di decidere di non percepire le somme extra, versandole in forme pensionistiche complementari. Queste rappresentano un’ottima soluzione per chi desidera accrescere la sua prestazione una volta uscito dal mondo del lavoro aumentando, dunque, quanto percepito con l’assegno pensionistico. Una via che in molti intraprendono consapevoli del fatto che, in Italia, spesso e volentieri le prestazioni risultano essere basse.
Ma cosa lega il campo della previdenza complementare alle tassazioni sugli stipendi? Tali fondi pensionistici prevedono incentivi fiscali per i loro clienti, che non hanno l’obbligo di tassazione sui contributi che vengono versati in sostituzione dei premi di risultato. Essi, infatti, non rientrano nella base imponibile dell’IRPEF. Lo ha specificato l’Agenzia delle Entrate nella comunicazione numero 154/E dello scorso 15 luglio.
È necessario che il Fondo di pensione complementare, come spiegato, sia a conoscenza dell’importo dei contributi che vengono destinati allo stesso in alternativa ai premi di risultato. Tutto ciò proprio perché non sono compresi nella tassazione IRPEF. In caso di liquidazione, infine, l’AdE precisa che – per far sì che i premi di risultato siano effettivamente esonerati da qualsiasi imposta -, può essere anche il datore di lavoro a procedere con una comunicazione all’ente. Di conseguenza, il lavoratore non avrà l’obbligo di farlo.
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