Nonostante quella del rubinetto sia nella quasi totalità dei casi potabile e controllata gli italiani sono ancora grandi amanti dell’acqua imbottigliata. E’ quindi bene sapere questa cosa.
La rivista “Il Salvagente” ha analizzato campioni di 18 acque in bottiglia famosissime. E i risultati non sono molto confortanti visto che soltanto 4 dei 18 campioni hanno superato i test.
La premessa è d’obbligo: in quasi tutto il paese l’acqua che sgorga dai rubinetti di casa è buona e ipercontrollata. Quindi continuare a comprare acqua in bottiglia è per moltissimi soltanto una questione di abitudine e di gusto. Motivi reali non ce ne sono.
Chiaro, attualmente ci sono anche diverse zone del paese che non sono servite dalla rete idrica e che quindi attingono a pozzi o cisterne e in quel caso la scelta di comprare in negozio l’acqua è chiaramente condivisibile. E’ però bene fare scelte consapevoli anche quando ci si appresta a comprare acqua.
Sappiamo che, nell’immaginario collettivo, l’acqua è quanto di più puro, rinfrescante e sicuro la natura ci abbia regalato. Ma non è sempre così. Purtroppo l’inquinamento delle acqua è ormai dilagante e le classiche fonti incontaminate sono soltanto un lontano ricordo.
E proprio per questo motivo la rivista Il Salvagente ha deciso di prendere dei campioni delle acque più famose e consumate e li ha sottoposti ad approfondite analisi.
Sono 18 le marche analizzate, tutte famosissime e distribuite ovunque sul territorio nazionale. Si tratta di:
Eva, Evian, Ferrarelle, Fonte Essenziale, Ferrarelle, Acqua Panna, Levissima, Rocchetta, Sant’Anna, Saguaro (che è distribuita da Lidl), San Benedetto, Lete, Guizza, Uliveto, Vitasnella, BrioBlu, Lauretana e Fiuggi.
Come si può leggere si tratta delle marche in assoluto più bevute, comprate ed amate dai consumatori. Ed è proprio per questo che era importante analizzarne il contenuto.
La notizia importante è che in ogni caso nessuna acqua è pericolosa per la salute umana. Tutte le acque sono a norma di legge. Ma è risultato che in 14 delle 18 acque ci fossero pesticidi ed alcuni elementi che potrebbero dare problemi a livello endocrino (Cypermethrins e Propiconazole), a livello della fertilità o potrebbero essere addirittura cancerogeni.
Le quantità sono così basse da non risultare pericolose, ma è giusto che i consumatori sappiano ed è altrettanto giusto non colpevolizzare le aziende che imbottigliano le acque poiché, nella quasi totalità dei casi, sono inconsapevoli. E ciò perché la legge impone di analizzare la presenza o meno di soli 4 tipi di pesticidi, ignorando una serie infinita di altri fattori.
Ad ogni modo, della lista dei 18 che vi abbiamo riportato nel paragrafo precedente si salvano soltanto:
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