L’uso del dentifricio fa parte della routine di igiene orale di tutti. In molti, poi, potrebbero consumare chewing gum per dare freschezza alla bocca. Eppure, non si tratta di prodotti innocui.
Ognuno di noi dovrebbe preoccuparsi della propria igiene orale, prestando attenzione alla salute di denti e bocca senza essere superficiale. Il ricorso al dentifricio è, ovviamente, un must: applicandolo sull’apposito spazzolino, infatti, possiamo eliminare i residui di cibo e impedire alla placca di accumularsi. Inoltre, ciò è fondamentale per prevenire carie e tartaro, oltre a garantire un buon alito. In tanti, nel corso della giornata, ricorrono anche ai chewing gum per mantenere la sensazione di freschezza. Non è, però, tutto oro ciò che luccica.
Dentifrici e cicche nascondono molte più insidie di quanto potremmo immaginare. Diversi esperti hanno già messo in luce i rischi che si potrebbero presentare sia con i primi che con le seconde. La scelta del giusto dentifricio, evitando prodotti che contengono sostanze dannose per la nostra salute, è indubbiamente importante. Per questo motivo, è sempre bene prestare attenzione alla lista degli ingredienti utilizzati.
Lo stesso vale per i chewing gum. Le gomme da masticare sono molto popolari in quanto permettono di rifrescare la bocca velocemente. Potrebbero essere un’ottima soluzione di emergenza se, per esempio, ci si trova a cena fuori nel corso di una serata: portare dietro spazzolino e dentifricio sarebbe molto più scomodo. Le cicche aiutano a rimuovere i residui di cibo e anch’esse possono contribuire a tenere alla larga le carie. Tuttavia, questi prodotti potrebbero rivelarsi pericolosi per la salute.
Chewing gum e dentifrici, non solo effetti positivi: questo ingrediente espone a gravi rischi
Il ricercatore Stanley Hazen ha lavorato ad uno studio pubblicato sull’Eupean Heart Journal che dovrebbe fare da monito a tutti. Nell’indagine, ha messo in luce la presenza di xilitolo nei dentifrici e nelle cicche (oltre che all’interno delle bevande sena zucchero). Estratto principalmente dal legno di betulla, questo viene sfruttato per dolcificare i prodotti ed è presente in natura in molti frutti e verdure.
La criticità sorge quando viene utilizzato in elevate quantità a livello industriale. Hazen ha analizzato le condizioni di un campione di 3.306 persone di età adulta residenti negli Stati Uniti e in Europa. È stata registrata la quantità di xilitolo nel sangue dei partecipanti in seguito ad una notte passata senza mangiare nulla, per poi controllare la loro situazione sanitaria per un periodo di 3 anni.
La ricerca ha evidenziato come i soggetti che presentavano livelli di xilitolo più alti erano maggiormente esposti al rischio di manifestare gravi conseguenze a livello cardiocircolatorio, in particolare per quanto riguarda casi di ictus e infarto. Hazen, insieme ai suoi colleghi, ha proseguito lo studio analizzando delle piastrine umane in laboratorio e altre di topi mentre erano in vita.
I risultati sono stati confermati: coloro che hanno assunto xilitolo, hanno presentato un incremento della concentrazione di quest’ultimo determinando una coagulazione sanguigna più veloce della media. Lo studio intende, dunque, mettere in guardia in merito al consumo di dolcificanti – che spesso tendiamo ad immaginare come più salutari per la linea. Il consiglio degli esperti è ridurre l’acquisto di prodotti che ne contengono e di prestare attenzione agli ingredienti presenti in tutto ciò che compriamo.