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Categories: Attualità

Allerta sanitaria, nuovo virus in circolazione in Italia: “Più grave di quanto si pensi”

L’allerta, in Italia, è stata lanciata solo in questi giorni e l’attenzione è già alta: un nuovo virus sta circolando nel Paese ed è fondamentale tutelarsi.

Un nuovo virus sta allarmando gli esperti. In seguito alla pandemia di Covid-19, l’attenzione e la preoccupazione – non solo degli studiosi, ma di tutta la popolazione in generale – intorno a tali fenomeni sono aumentanti sensibilmente. Ricordiamo ancora le settimane trascorse chiusi in casa e le tantissime morti che hanno segnato gli anni passati. E, sebbene il peggio sia ormai passato, non smettono di essere registrati casi e decessi.

Ora, a mettere in allarme, è una malattia di origine tropicale che, quest’anno, è arrivata per la prima volta in Italia. Anche altri Paesi europei hanno segnalato diversi casi, in particolare Germania e Spagna. I sintomi somigliano a quelli del virus Zika: la patologia, infatti, si manifesta con dolori muscolari e articolari, mal di testa e febbre che compare all’improvviso e con una certa intensità.

Nei casi più gravi, potrebbe essere colpito il sistema nervoso. Il virus è in grado di determinare un’infiammazione circostante il cervello e il midollo spinale, provocando criticità a livello neurologico. Nei mesi scorsi, due persone hanno perso la vita in Brasile, nazione in cui la malattia è diventata ormai endemica. I principali responsabili della sua diffusione sono i ditteri, insetti di piccole dimensioni, presenti nelle paludi, nei stagni e nei boschi delle aree interessate.

Primi casi di Oropouche registrati in Italia e in Europa: di cosa si tratta e come difendersi dal virus

Noto anche come il “virus della pigrizia” o la “febbre del bradipo”, l’Oropouche (questo è il nome scientifico della patologia) ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Italia negli scorsi giorni in Veneto. I suoi vettori non si trovano nel Paese, o in altri Stati europei, e il riscontro dei casi sarebbe dovuto ad un contagio avvenuto con il viaggio di ritorno di alcuni turisti provenienti da Caraibi e Sud America.

Il motivo per cui viene soprannominata “febbre del bradipo” si lega al ruolo centrale di tale specie animale nell’incubazione del virus. La malattia, infatti, viene trasmessa dagli insetti ai bradipi e agli esseri umani (e viceversa) rendendo il primo un ospite, per la patologia, di grande importanza. La prima volta in assoluto in cui il virus è stato diagnosticato era il 1955, con casi a Trinidad e Tobago. Da allora, è stato al centro di terribili epidemie in diversi Paesi sudamericani.

Non esiste alcun vaccino e i suggerimenti avanzati per tutelarsi comprendono il ricorso a repellenti per insetti tropicali e l’utilizzo di camicie e pantaloni lunghi così da proteggersi da eventuali punture; inoltre, si potrebbero usare le zanzariere trattate con insetticida ed i repellenti per gli insetti tropicali. Ad ogni modo, sebbene il virus possa avere conseguenze drammatiche, l’ECDC ha sottolineato che “la prognosi per la guarigione è buona e gli esiti fatali sono estremamente rari”: notizia che, almeno in parte, può far tirare un sospiro di sollievo.

Cindy D

Classe 1997, dopo la laurea in Scienze sociali per la globalizzazione ho iniziato a collaborare con diverse redazioni. Appassionata di scrittura da sempre, mi interessano soprattutto i temi sociali e di attualità.

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