Il sole può diventare causa di avvelenamento: a metterci in guardia è un’esperta che spiega quali sono i sintomi da non sottovalutare e chi è più a rischio.
Con l’arrivo dell’estate e delle vacanze, saranno in tanti in questo momento a godersi il sole e le onde rinfrescanti del mare. I benefici dei raggi sulla pelle sono diversi e sono molti coloro che, appena arrivano le ferie, cercano di raggiungere l’abbronzatura perfetta. Tuttavia, un’eccessiva esposizione al sole potrebbe avere conseguenze negative per la nostra salute. E se disturbi come i colpi di calore o l’insolazione sono noti alla maggior parte delle persone, forse non tutti sanno che, con le alte temperature, potremmo addirittura incappare in un avvelenamento.
Tra chi vuole abbronzarsi e chi, semplicemente, trae particolare benessere dai raggi del sole, dovremmo sempre tenere a mente quali sono i pericoli di un’eccessiva esposizione ad esso. A partire dall’insolazione, che si manifesta con sintomi come mal di testa e vertigini, fino alla perdita dei sensi. Si potrebbe rischiare anche un colpo di calore, il quale si contraddistingue per la sensazione di debolezza che causa. Questa, generalmente, si accompagna ad altri campanelli d’allarme come abbassamento della pressione e febbre.
Il sole, poi, può provocare anche l’avvelenamento del nostro organismo. Si tratta di una condizione dovuta ad una reazione fototossica della pelle, che ha come fattore scatenante una quantità eccessiva di radiazioni UV. La dermatologa oncologica Angela Ferrari, impegnata nell’Istituto San Gallicano, ha svolto un interessante studio in merito all’argomento.
Avvelenamento da sole, come riconoscere il disturbo: l’esperta mette in allerta
L’esperta ha spiegato che i sintomi possono essere più o meno gravi, andando da disidratazione, brividi e pressione bassa ad un forte senso di debolezza, perdita di conoscenza, dolori diffusi e febbre. L’avvelenamento può manifestarsi anche con mal di testa, nausea e vomito. Questi potrebbero presentarsi già a distanza di poco tempo dall’esposizione al sole (anche solamente dopo un’ora) e raggiungere il loro apice entro le 24-48 ore.
Ferrari ci ha tenuto a precisare che tale disturbo non colpisce esclusivamente nelle giornate particolarmente soleggiate. Anche quando il tempo è nuvoloso, infatti, gran parte dei raggi UV è in grado di “attraversare nuvole leggere e nebbia”. Ad essere maggiormente a rischio sono i soggetti affetti da patologie come il diabete o le malattie cardiovascolari, che potrebbero riscontrare disagi anche senza trascorrere troppo tempo sotto al sole.
Lo stesso vale per chi assume determinati farmaci (tetracicline e sulfamidici, per pazienti interessati da infezioni batteriche, o amiodarone, prescritto a coloro che hanno problemi di disfunzioni cardiache sono alcuni esempi). La dermatologa, proseguendo, ha spiegato che l’avvelenamento da sole ha tempi di guarigione più lunghi rispetto ad una semplice scottatura e potrebbe richiedere qualche settimana. Per trovare sollievo, l’esperta consiglia il ricorso a bendaggi e impacchi appositi, e creme lenitive.