Una notizia che lascia tutti senza parole. I medici di base sono al centro della rivoluzione e dovremo presto dirgli per sempre addio
In Italia la sanità è pubblica e ciò significa che ogni cittadino ha diritto a un medico, detto “di base” o “di famiglia”, che se ne prenda cura, che lo visiti gratuitamente quando ne ha bisogno e che gli somministri cure, terapie e visite specialistiche a seconda della necessità. Per i bambini, il medico di base è il pediatra, che li segue dalla nascita fino all’adolescenza.
Ogni medico di base ha in cura una determinata quantità di pazienti, numero che dipende dalle sue disponibilità e preferenze, nonché da quanti cittadini del Comune in cui opera hanno deciso di affidarsi a lui. In media, però, la cifra è sempre molto alta, poiché di medici di base ce n’è sempre meno. La verità, infatti, è amara ma è questa: cosa sta succedendo in Italia.
Sono molti i Comuni italiani nei quali non c’è un numero di medici di base adeguato rispetto al numero di cittadini che li popolano. Se la cittadinanza chiede a gran voce che quelli disponibili aumentino le proprie liste, i professionisti dal canto loro sottolineano quanto sia importante che ogni medico abbia una quantità di pazienti determinata: solo in questo modo, infatti, riuscirà a seguirli tutti in modo egregio e secondo le necessità specifiche.
Un esempio è la vicenda vissuta da Giuseppina Canè, una donna di 84 anni residente in un comune in provincia di Bologna che, contattando il proprio medico il 31 agosto per chiedergli un appuntamento, si è sentita dire che la prima disponibilità l’aveva l’8 di ottobre. Anche a Torino la situazione è simile, sebbene a maggio l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi abbia sottolineato i 181 nuovi medici di base reclutati dalla Regione Piemonte e destinati a zone della regione che risultavano scoperte.
Di fatto, però, quei 181 nuovi medici non bastano. Tra il 2024 e il 2026 si stima che mancheranno all’appello almeno 200 medici di base: i pensionamenti, già previsti e quantificati tempo fa, non vanno allo stesso ritmo dei nuovi ingressi, sempre inferiori numericamente e questo genera una situazione di scompenso pesante per la società. A peggiorare ulteriormente la situazione anche gli abbandoni: sempre più giovani medici di base, che avevano scelto di perseguire questa strada, lasciano il ruolo poiché oberati di richieste inappropriate e di burocrazia.
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