Patente di guida a rischio per chi soffre di alcune particolari patologie non compatibili con la sicurezza stradale di tutti.
Il ritiro della patente di guida rappresenta una sanzione necessaria in alcuni casi, dove la presenza di determinati problemi può risultare rischioso per la sicurezza in strada. Nella maggior parte dei casi, il ritiro della patente sopraggiunge in seguito alla grave violazione di alcune norme del Codice della Strada ma, in alternativa, può essere determinato dallo stato fisico del soggetto alla guida.
Il ritiro della patente è un atto definitivo, che comporta la perdita di validità del documento. Per tornare a guidare, l’automobilista dovrà ripetere il percorso di conseguimento della patente di guida dall’esame teorico fino alla pratica in strada.
La revoca della patente viene emessa dalla Prefettura sulla base del verbale redatto dal comando che ha rilevato la violazione o le ulteriori cause. Il provvedimento può essere notificato nel luogo di residenza dell’interessato o tramite un comando di polizia competente. È possibile far ricorso contro il provvedimento di revoca entro 30 giorni dalla data della notifica.
Patologie e patente di guida: previsto il ritiro in alcuni casi
Alcune patologie legate all’apparato cardiovascolare, ad oggi, non sono dichiarate compatibili con la possibilità di guidare a causa del loro alto rischio di sviluppo. Si stima che un’alta percentuale di incidenti stradali sia dovuta ad improvvisi malesseri o decessi dovuti ad alcune patologie cardiovascolari. Chi soffre di angina pectoris a riposo o di insufficienza cardiaca, ad esempio, non può guidare una motocicletta.
Medesima situazione per chi soffre di ipertensione, di forte aritmia o di sincope, patologie con le quali è impossibile continuare a guidare preservando la propria sicurezza e quella degli altri automobilisti. Nel caso il soggetto presenti queste malattie, sarà la Commissione medica dell’ASL di appartenenza a valutare la gravità di tali patologie e l’eventuale incompatibilità con la patente di guida.
Nel caso in cui il soggetto continui a guidare nonostante lo stop della commissione medica, potrebbe incorrere in gravi conseguenze e pesanti sanzioni amministrative. Per alcune patologie cardiovascolari più o meno gravi, l’automobilista può richiedere il rilascio di una patente di guida speciale, approvata direttamente dall’ASL di appartenenza. La procedura verrà seguita dalla commissione medica e l’eventuale rilascio sarà approvato anche dalla Prefettura e dalla Motorizzazione.