La legge chiarisce cosa succede a chi si rende irreperibile per evitare le cartelle esattoriali: è legale o no?
Molte persone per evitare le cartelle esattoriali si rendono irreperibili nascondendo la propria residenza o creandone una fittizia. Ancora c’è chi toglie il proprio nome dal citofono o dalla cassetta della posta.
Mettendo in atto tali comportamenti, si rendono irreperibili e introvabili dall’ufficiale giudiziario. Ma tale atteggiamento è legale o meno? È proprio la legge a fare chiarezza su questa condotta.
Per sfuggire a cattive notizie come potrebbe essere una cartella esattoriale, tanti “furbetti” mettono in atto dei comportamenti davvero ingegnosi come creare una residenza fittizia.
Fingere di vivere in un altro posto sembra un’idea geniale per chi vuole evitare le notifiche dato che queste vanno firmate alla consegna. Ma se il destinatario non si trova dove dice di risiedere, l’ufficiale giudiziario non avrà mai modo di consegnare la notifica.
Il problema però non è così facilmente risolto come si crede. Il portalettere, infatti, dopo diversi tentativi di consegnare la notifica, lascerà un avviso di giacenza che conferma che ha cercato di consegnare la notifica mentre non si era presenti in casa.
Il solo avviso di giacenza presume che il cittadino sia a conoscenza di quello che contiene il plico non consegnato e che dovrebbe essere ritirato. Se si ignora l’avviso di giacenza e non si ritira la notifica, gli effetti della stessa inizieranno in ogni caso a fare il loro corso.
Ogni cittadino, infatti, per legge è obbligato a indicare sia la propria residenza che il proprio domicilio per essere sempre rintracciabile. Se quindi il plico non viene ritirato e resta in giacenza, si viene considerati, in ogni caso, come individui informati dei fatti decorso il periodo di 10 giorni per gli atti giudiziari e di 30 giorni per le raccomandate.
Inoltre, non meno importante, dichiarare una residenza fittizia costituisce reato di falsità ideologica commessa da un privato in atto pubblico ed è passibile di sanzioni. Chi invece cancella il proprio nome dal citofono non infrange nessuna legge mentre chi lo toglie dalla cassetta della posta fa qualcosa di illegale che potrebbe essere sanzionato.
Sulla cassetta della posta deve essere obbligatoriamente apposto il nome e cognome per permettere al postino (o a chiunque altro debba farlo) di recapitare le comunicazioni. In conclusione, se una persona si rende irreperibile in ciascuno dei modi citati pur di evitare la notifica di una cartella esattoriale, ciò non basta per evitare conseguenze.
L’ufficiale giudiziario che ha il compito di notificare l’atto ha il dovere di scoprire l’indirizzo esatto del destinatario svolgendo tutte le ricerche necessarie per reperire l’interessato.
Se una volta trovato l’indirizzo nessuno rispondesse al citofono, la notifica dell’atto è fatta depositando una copia nel Comune di ultima residenza. Dal ventesimo giorno successivo, la notifica si intende eseguita, sia che il destinatario sia reperibile sia che non lo sia, con tutte le conseguenze del caso.
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