Un giovanissimo talento del calcio, appena 18enne, morto di infarto: era stato selezionato alla Juventus Academy.
Come molte altre grandi società, anche la Juventus punta molto sui giovani e lo fa – tra gli altri – con il progetto Juventus Academy: si tratta di un programma che ha oltre 80 sedi in tutto il mondo e che seleziona talenti in tutti i continenti. Anche solo per uno stage, per molti ragazzi in tante parti del mondo, vestire la maglia bianconera è qualcosa di unico e lo è stato anche per JJ Facey.
Questi ha fatto parte in passato della Juventus Academy Boston, che – come viene spiegato anche dai canali ufficiali del club bianconero – intende formare giocatori tecnicamente preparati e creativi, ispirando sia a livello personale che sportivo, e aiutandoli a raggiungere sogni calcistici, anche a livello professionistico. Le Academy puntano alla crescita individuale dei giovani talenti, valorizzando il loro potenziale.
Chi era l’ex talento della Juventus Academy e cosa vuole oggi la sua famiglia
Nell’Academy bianconera del New Orleans, qualche tempo fa, questo giovane talento che appunto risponde al nome di JJ Facey si era fatto apprezzare per le sue doti nel dribbling e nel tiro in porta. Promettente matricola della Framingham State University, è morto tragicamente dopo il suo primo allenamento di calcio, nella nuova stagione appena iniziata.
Una ricostruzione attenta dei fatti è stata elaborata dalla Cbs News, che ha raccolto anche le testimonianze dei familiari del giovane talento. Appassionato atleta e studente modello, il ragazzo era amato per la sua umiltà e il suo supporto verso gli altri. Chissà se avrebbe mai realizzato il suo sogno di giocare nella Juventus, dove Thiago Motta ha dimostrato ancora di puntare sui giovani.
Quello che è certo è che questo ragazzo di soli 19 anni è venuto a mancare a causa di una malattia del cuore, la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (HOCM), che nessun esame era riuscito nel tempo a diagnosticare. Purtroppo, bisogna anche dire che molto spesso la stessa opinione pubblica e i media non affrontano in maniera adeguata il tema delle malattie cardiache tra gli sportivi.
Anche per tale ragione, dopo la morte del ragazzo, la famiglia, affranta dal dolore, si è impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di screening cardiaci per prevenire simili tragedie. Non solo: i suoi cari hanno anche avviato una raccolta fondi, che li aiuti a sostenere le spese per la morte del giovane calciatore e per supportare la causa e onorare la sua memoria.