Ripercorriamo a tappe la vita di Giuni Russo, strappata al mondo venti anni fa dopo una carriera piena di successi e di cose da ricordare.
Ci sono alcuni profili artistici che sono destinati a scrivere pagine di storia che risultano essere indelebili nell’immaginario collettivo. Chiaramente il destino in questione è riservato soprattutto a chi ha la capacità di cambiare, di spingersi laddove gli altri non riescono ad arrivare. Di vedere orizzonti dove gli altri vedono dei muri. Rientra certamente in questa categoria, per tanti motivi, Giuni Russo, una autentica icona della nostra musica ed emblema della musica di autore.
Come tutti i geni, il primo grande ostacolo da superare è quello relativo alla catalogazione in un genere. Ha spaziato, infatti, in tanti stili, come il pop, la musica sacra, il jazz, la musica tradizionale, il cosiddetto “operatic pop” e l’elettronica. Nome d’arte di Giuseppa Romeo, Giuni Russo è nata a Palermo il 7 settembre 1951 ed è deceduta a Milano il 14 settembre 2004. Oggi, dunque, ricorre il ventesimo anniversario della sua morte ed abbiamo deciso di omaggiarla ripercorrendo alcuni momenti della sua carriera.
Il primo passo nel mondo della musica lo muove a 13 anni presso il celebre teatro Politeama di Palermo, trionfando poi pochi anni dopo al festival di Castrocarro. Nel 1975 adotta lo pseudonimo di Junie Russo, che viene poi successivamente italianizzato. Ha collaborato con alcuni dei più grandi artisti, a partire dal noto cantautore Franco Battiato fino ad arrivare ad altre icone della nostra musica come Cristiano Malgioglio.
Nel 1982 si fa conoscere al grande pubblico con l’album Energie, prodotto proprio in collaborazione con Maria Antonietta Sisini e Franco Battiato, che l’ha aiutata a raggiungere delle vette incredibilmente alte in termini di sonorità. La sua carriera è costellata da autentici successi e tormentoni musicali. Riusciva a fondere, infatti, la sperimentazione con la tradizione pop, lanciando sul mercato dei brani divenuti poi storica come “Alghero“, “Good good bye“, “Sere d’agosto“, “Limonata cha cha” e “Adrenalina” Al di là di tutto, però, la canzone più iconica tra le sue nell’opinione pubblica è “Un’estate al mare“.
Nonostante la malattia che l’ha colpita e le conseguente terapie a cui si è dovuta sottoporre, negli ultimi anni della sua vita Giuni Russo ha continuato ad esibirsi. Ha partecipato nel 2003 anche al festival di Sanremo, con la canzone “Morirò d’amore“, prima di spegnersi un anno dopo circa.
Prima di accendere l'aspirapolvere in un appartamento in condominio è molto importante conoscere la legge…
Finalmente è arrivato il momento di pensare all'albero di Natale, ma non tutti possono permettersi…
Così Michael Middleton ha gelato il principe William con una risposta secca: il verdetto del…
La neve è finalmente arrivato in Piemonte ed ora si può dare il via alla…
Invalidità INPS, in vista del nuovo anno ci sono delle informazioni specifiche da conoscere per…
Non si placano le voci sul futuro del tecnico del Milan Paulo Fonseca che potrebbe…