Brutta vicenda quella che coinvolge il noto e stimato professionista, figura di spicco del Gemelli. L’esito delle indagini non arride a Sergio Alfieri.
La vicenda del professor Sergio Alfieri aveva fatto molto discutere a suo tempo. Lui è noto per essere il chirurgo del Papa, uno dei professionisti più in vista del Policlinico Gemelli di Roma. Che a sua volta è tra le eccellenze nell’ambito ospedaliero in Italia. L’eminente professionista deve difendersi dalle accuse di falso in atto pubblico, dopo che a dicembre scorso era emersa una brutta vicenda che lo riguardava. Allora saltò fuori la notizia in merito al fatto che Sergio Alfieri avrebbe dichiarato di trovarsi al lavoro in sala operatoria al Gemelli.
Ma invece risultava assente, ed anzi si trovava fuori Roma ed anche fuori Regione. Una volta a Milano, un’altra in Veneto, un’altra in Toscana, oppure si trovava in viaggio tanto in aereo quanto in treno. Le indagini che riguardavano la vicenda del chirurgo del pontefice Bergoglio si sono chiuse del tutto a suo sfavore. E con lui ora dovranno chiarire le rispettive posizioni in tribunale anche altri suoi colleghi. Sono sei in tutto, per un minimo di almeno 29 casi contestati in cui il già citato reato di falso in atto pubblico è andato in scena.
Ormai non si parla più di ipotesi di reato perché le indagini da parte degli inquirenti incaricati sono finite. In tutte le decine di situazioni individuate, Alfieri sosteneva di trovarsi impegnato nel bel mezzo di questo o di quell’intervento chirurgico. Ed invece non era vero, come riportano numerosi organi di stampa nazionali. Il professionista era invece in viaggio, o addirittura in vacanza. E di questo suo malcostume parlavano sia altri suoi colleghi che i pazienti ricoverati al Gemelli.
Il cellulare ha fornito delle prove incontestabili
La prova decisiva che inchioda Sergio Alfieri è rappresentata dal suo telefonino. Non è stato difficile compiere delle triangolazioni per individuare la posizione esatta in cui si trovava ad ogni circostanza anziché operare al suo posto di lavoro. Il chirurgo è intervenuto per due volte su Papa Francesco in passato, ed è anche un membro di spicco del consiglio di amministrazione della Fondazione Policlinico Gemelli. Ma fa parte anche del direttorio scientifico dell’ospedale “Gemelli-Isola Tiberina” oltre che della Consulta Vaticana per la sanità.
Il professore riusciva a perpetrare le sue fughe ingiustificate dal posto di lavoro falsificando le firme nel registro operatorio, cosa che aveva delle ripercussioni in negativo sulle liste d’attesa. Così lui equilibrava le presenze richieste in ambito privato da quelle compiute per il Servizio sanitario nazionale. Alcuni dei casi scoperti sono clamorosi, come ad esempio quello in cui Sergio Alfieri si accreditò cinque operazioni compiute mentre in realtà stava visitando privatamente (e quindi a pagamento) dei pazienti.
O di quando, anziché portare a termine due interventi chirurgici che si era attribuito, si trovava invece a presentare due relazioni ad un convegno. L’avvocato difensore del chirurgo papale ci tiene a sottolineare che l’esito di chiusura delle indagini non è indicativo di quello che sarà l’esito del processo. E ribadisce la piena disponibilità a collaborare fornita dal suo assistito. A proposito di Papa Francesco, lui si trova sulle monete del Vaticano, ed alcune sono molto preziose. Ma bisogna saperle individuare.