Al centro dell’attenzione le resistenze antimicrobiche, cosa dobbiamo aspettarci in futuro? E cosa è emerso da alcune analisi?
Un’analisi è stata condotta sulle infezioni resistenti agli antibiotici quello che è emerso è stato reso noto sulla rivista The Lancet. A portare avanti gli studi è stata la Global Research on Antimicrobial Resistance Project e in esame sono stati presi 204 paesi.
Lo studio certosino avrebbe permesso di evidenziare alcuni dati importanti arrivando così ad una conclusione: tra il 1990 e il 2021 sono state oltre un milione le persone che hanno perso la vita a causa delle resistenze antimicrobiche. Vediamo cosa è emerso nel dettaglio dalla ricerca e quali sono i rischi per il futuro.
Le resistenze antimicrobiche sono finite al centro dell’attenzione ed uno studio recente ha evidenziato dati allarmanti: nel periodo compreso tra il 1990 e il 2021 sarebbero morte oltre un milione di persone a causa della resistenza agli antibiotici. Purtroppo, però, secondo gli studiosi, questi casi potrebbero aumentare.
Tra gli anziani, sempre nel periodo indicato, il dato è addirittura raddoppiato, mentre le morti fra i bambini sono diminuite del 50%. Le previsioni, come indica l’analisi del Global Research on Antimicrobial Resistance Project, nel tempo cresceranno maggiormente arrivando addirittura al 70% entro il 2050. Chi ha condotto lo studio, afferma, che accesso agli antibiotici e maggiore attenzione nell’assistenza sanitaria potrebbero portare ad un altro dato: 92 milioni di persone potrebbero salvarsi tra il 2025 e il 2050.
Per via delle infezioni resistenti agli antibiotici si stima che più di 39 milioni di persone potrebbero morire entro il 2050. I batteri antibiotico-resistenti in questo caso potrebbero rivelarsi determinanti portando il numero di decessi a crescere del 75% arrivando a 8,22 milioni l’anno. Un pericolo sempre più in aumento quello legato all’antibiotico – resistenza, secondo quanto ha dichiarato Mohsen Naghavi, autore dello studio e coordinatore dell’Amr Research Team presso l’Istituto di Metriche della Salute dell’Università di Washington, come riporta The Lancet.
Le previsioni si poggiano su 520 milioni di registri individuali e in esame sono stati presi dati forniti dagli ospedali, analisi sull’uso degli antibiotici e anche sui certificati di morte. Non va dimenticato che le stime sono state prodotte per 84 combinazioni patogeno-farmaco, 11 sindrome infettive e 22 patogeni.
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