Trovati i corpi di due neonati nel giardino di una villetta di Parma: la criminologa Roberta Bruzzone traccia il profilo psicologico della madre.
Lo scorso 12 settembre l’orrore ha invaso ancora una volta le strade di Traversetolo, Comune in provincia di Parma, quando il corpo di un secondo neonato è stato trovato sepolto nel giardino di una villetta bifamiliare. Dopo il ritrovamento del primo bambini, da parte della nonna, il 9 di agosto, i Ris, durante le indagini, hanno scovato il cadavere di un secondo neonato.
A essere accusata di duplice infanticidio la mamma dei due bimbi, una studentessa di 22 anni, figlia di un imprenditore locale e di una madre impiegata. Una famiglia “normale e tranquilla”, così viene descritta dalla comunità, ora al centro di una tragedia. La popolare criminologia Roberta Bruzzone cerca di tracciare il profilo psicologico della ragazza.
Il profilo psicologico della 22enne che ha partorito e ucciso i suoi due bambini
Le indagini si focalizzano sull’intera famiglia, ma la principale indagata è la mamma dei due bambini. La studentessa modello, sempre solare e pacata, avrebbe partorito e poi ucciso i suoi figli, appena nati, per poi seppellirli nel giardino di casa. Uno scenario macabro che ha scioccato Traversetolo, città in provincia di Parma.
In paese c’è chi parla di “cimitero dei bambini”, riferendosi alla villetta bifamiliare dove la 22enne vive con i genitori e i nonni. Intanto che le Forze dell’Ordine proseguono le indagini, la criminologa Roberta Bruzzone cerca di tracciare il profilo psicologico della ragazza protagonista di questo orrore dai contenuti misteriosi e che alimentano moltissimi sospetti.
Tra i sospetti più grandi c’è l’apparente inconsapevolezza dei genitori della ragazza, e anche del suo fidanzato, tutti ignari della sua gravidanza. Nessuno si è accorto del suo cambiamento fisico, nessuno si è reso conto dei suoi ambigui comportamenti. La mamma del fidanzato sostiene che la ragazza “non può aver agito da sola, andava in giro sempre a pancia scoperta”.
Cosa si cela dietro gli omicidi dei due neonati: il profilo della mamma assassina
Ma cosa si cela dietro agli omicidi dei due piccoli? Secondo la criminologa Bruzzone, la ragazza viveva una vita apparentemente perfetta: all’università di Giurisprudenza aveva ottimi voti, era innamorata del suo fidanzato, la sua famiglia era unita e benestante. Il fatto di essere rimasta incinta, forse, “ha scalfito questa immagine ideale che aveva di sé”.
La soluzione più semplice, per tornare a vivere una vita normale, una quotidianità perfetta, era quella di sbarazzarsi velocemente dei neonati. In questo scenario, però, subentra anche uno stato di paura e di ansia, nel rivelare la gravidanza alla famiglia. Se lo avesse accennato, i familiari avrebbero potuto consigliare di abortire, oppure avrebbero cercato una soluzione per i due bambini.
Tuttavia, anche queste ipotesi vacillano: come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Anche se la ragazza non è ingrassata troppo con la gravidanza, ci sono comunque tanti particolari che rendono evidente un periodo così delicato di una donna.
Duplice infanticidio a Parma, troppe cose non tornano: mistero ancora da chiarire
Non si può credere che la ragazza abbia agito da sola, non si può credere che il fidanzato non si sia accorto di niente. La Bruzzone si domanda se la 22enne possa richiedere lo stato di infermità mentale. A disturbarla, più della gravidanza, forse era l’idea dell’aborto, perché un gesto simile avrebbe in qualche modo danneggiato l’immagine che aveva di sé, ossia quella di ragazza modello.
Ma gesti simili evidenziano un comportamento pericoloso, l’inesistenza di una parte empatica, di una certa emotività. La ragazza non riesce a creare legami con i bambini, perché i bambini, forse, rappresentano un qualcosa di sbagliato. Non sono esseri umani, ma problemi.
E ancora, in questa assurda vicenda, non si sa se la ragazza abbia partorito i due bambini nello stesso memento, o se sia rimasta incinta due volte, e per due volte abbia ripetuto lo stesso copione. In effetti, il corpo di uno dei due neonati è più degradato dell’altro. Probabilmente, la stessa azione è stata ripetuta a distanza di mesi.