Lo spreco alimentare in Italia? Continua a salire, complici le offerte low cost che condurrebbero ad acquisti futili.
Non si arresta lo spreco alimentare, anzi, in Italia il fenomeno sembra non conoscere “crisi” ed è un continuo crescere: solo nel 2024 è aumentato del 45,6%, un dato allarmante, visti i tempi che corrono. Il Bel Paese è spaccato in due da una parte c’è chi non riesce a portare alimenti sulle tavole e c’è, invece, secondo i dati, lo sprecherebbe gettandone una quantità elevata.
Le statistiche dovrebbero farci riflettere e spingerci a percorrere un’altra strada: quella di evitare gli sprechi alimentari. In merito, è stato fornito il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher Internation che ha evidenziato i dati raccolti in vista del G7 Agricoltura.
Sempre più cibo finirebbe tra i rifiuti, questo quanto emerge dal rapporto reso noto dall’Osservatorio Waste Watcher Internation. Un dato allarmante che preoccupa non poco, e sa da un lato c’è chi fa fatica ad acquistare cibo dall’altra c’è chi ne fa un “uso sconsiderato”.
Il rapporto evidenza quali sono i prodotti che maggiormente non vengono consumati dopo l’acquisto: frutta, verdura, insalate e pane fresco. Alla base ci sarebbe, secondo quanto riportato dall’analisi, una pessima gestione della spesa familiare. L’influenza del low cost e una domanda su cibi di qualità inferiore porterebbe ad incentivare il fenomeno. In Italia nel 2024 lo spreso sarebbe cresciuto del 45,6% ed in media ogni cittadino getta 683,3 grammi di cibo a settimana.
A tal proposito, il 42% dei consumatori intervistati ha sostenuto che, subito dopo l’acquisto, frutta e verdura non sarebbero più commestibili e la ragione potrebbe essere legata alla conservazione nelle celle frigorifero dei supermercati. Il 37%, invece, sostiene che al momento della vendita i cibi sono pressoché andati a male.
Uno scenario paradossale quello che si presenta davanti ai nostri occhi, se confrontato con le dichiarazioni di Coldiretti: “Sono ben 3,1milioni i cittadini costretti a chiedere aiuto per mangiare”. Cosa spinge i consumatori, dunque, ad uno spreco immane? Sempre secondo il rapporto: il 37% dimentica gli alimenti in frigorifero o in dispensa, il 75% non riesce a riutilizzare gli avanzi e, dunque, pensa che la strada più semplice da percorrere sia quella di gettarli. C’è una parte, però, il 23% che ci fa ben sperare perché riesce a programmare i pasti settimanali.
Le tante offerte per i consumatori potrebbero essere un’arma a doppio taglio e potrebbe indurre ad acquistare più del dovuto. In merito, il ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: “È interessante constatare come le offerte promozionali siano spesso collegate a un maggiore spreco alimentare, inducendo le persone ad acquistare più del necessario“. Non possiamo, però, concludere parlando di un’altra fetta di abitanti del Bel Paese, quelli che lottano affinché lo spreco diventi un brutto ricordo. In tal senso c’è chi adotta la pratica di congelare i cibi (88%), chi, nonostante la scadenza, continua a consumare alimenti, a patto, però, che siano buoni (86%) e infine, c’è chi riutilizza il cibo pensando a ricette originali (29%). Quello che si auspica in questo momento è che lo spreco alimentare diventi solo una brutta pagina di cui chi più e chi meno è stato complice, sostituendolo con delle pratiche più virtuose per il futuro.
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