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Economia

Ancora non hai pagato questa tassa? Ti arriverà questo avviso tra la posta

Settembre è il mese in cui si paga una specifica tassa, se non si rispettano le scadenze c’è il rischio che a casa arrivi anche un temuto avviso.

Settembre, generalmente, è il mese in cui si paga la tassa sui rifiuti, o almeno una rata dell’importo totale. In tanti Comuni italiani, infatti, è previsto in questo periodo il pagamento della Tari, o in un’unica soluzione oppure il saldo della prima rata, dunque è importante tenere d’occhio le scadenze. Se non si rispettano date specifiche, c’è il rischio di ritrovarsi nella cassetta della posta un temuto avviso, la cartella esattoriale.

Cassetta della posta (LaVoceTorino.it)

Il pagamento della Tari è essenziale per sostenere il servizio di raccolta e di smaltimento rifiuti dei singoli Comuni. Tutti sono tenuti al pagamento, entro le date stabilite, ma proprio perché vincolato alla gestione stessa di ogni Comune, la Tari ha scadenze differenti in ogni città e su tutto il territorio italiano. Comunque sia, entro la fine dell’anno, questa tassa deve obbligatoriamente essere saldata, ma cosa c’è da sapere?

Pagamento della tassa sui rifiuti, occhio alle scadenze altrimenti scatta la cartella esattoriale

Non soltanto variano le date di scadenza da Comune a Comune, ma anche il numero di rate che si hanno a disposizione per il pagamento della tassa sui rifiuti. In generale, la Tari viene pagata da gran parte della popolazione in un’unica soluzione e alla prima data utile, ossia quella che combacia con il saldo della prima rata. Nella maggior parte dei casi, settembre è il mese per il saldo.

Tassa sulla spazzatura (LaVoceTorino.it)

Rispetto al pagamento dell’IMU, la tassa sulla seconda casa, a decidere importi e date del versamento della tassa è il Comune. Provvedere al pagamento della Tari è fondamentale, non solo per avere un servizio di raccolta e di smaltimento rifiuti urbani efficiente e ordinato, ma anche per evitare problemi con la Legge. Questa imposta è obbligatoria per chi vive in un immobile.

Per quanto riguarda le abitazioni concesse in locazione, è l’inquilino a dover versare la tassa, quindi non il proprietario, in quanto è colui che vive nell’immobile a produrre rifiuti. Tuttavia, la Tari si deve pagare anche sulle seconde case, anche se queste non sono abitate nel corso dell’anno. Si può sfruttare l’esenzione della tassa soltanto nel caso in cui un’abitazione non sia ammobiliata o non sia allacciata alle utenze di luce e acqua.

Pagamento Tari, settembre mese cruciale: la data di scadenza

Come anticipato, non esiste una scadenza unica per tutto il territorio italiano riguardo al pagamento della Tari, e neanche un numero preciso di rate. Sono i singoli Comuni a gestire date e modalità di pagamento dell’imposta. In generale, comunque, il primo acconto è previsto per il mese di aprile, la seconda rata per il mese di luglio, la terza rata a settembre e il saldo entro fine anno.

Alcuni Comuni, però, prevedono come scadenza, quindi il pagamento unico o nella quarta rata, proprio il mese di settembre. Ovviamente, il consiglio è quello di informarsi sul sito del proprio Comune. La cosa che ha sollevato polemiche è stata la cadenza anticipata di alcuni Comuni al 16 settembre. Per chi non avesse rispettato questa data, è prevista una piccola maggiorazione.

Ad esempio, in Comuni come Barletta, Brescia, Grugliasco (Torino) o Napoli, la scadenza della Tari era prevista lo scorso 16 settembre. Per venire incontro ai cittadini, alcuni Comuni (come Napoli) hanno prorogato la scadenza al prossimo 30 settembre, da pagare però in un’unica soluzione.

Le scadenze da rispettare per la Tari e le sanzioni che si rischiano per il mancato pagamento

In altre città, invece, la data di scadenza (della prima o seconda rata) è stata direttamente programmata per il 30 settembre. Tra le città che hanno adottato questa data troviamo Roma, Modena e Rimini, per il pagamento della seconda rata, mentre Lamezia Terme e Olbia per il pagamento della prima rata. Ma cosa accade se non si rispettano le scadenze?

Per chi non paga l’imposta, il Comune di appartenenza avvia la procedura di recupero crediti, la quale prende avvio con un primo avviso, ossia l’arrivo della cartella esattoriale. Se la cartella esattoriale non viene saldata, fa scattare il pignoramento dei beni.

Se la Tari non viene pagata nel corso degli anni, tanto da raggiungere un debito di oltre 30 mila euro, il Comune avvia la denuncia penale nei confronti del contribuente. Se pagata con ritardo, invece, alla Tari si applica una mora del 30% sull’importo dovuto. Tuttavia, anche in questo caso si può risparmiare chiedendo il ravvedimento operoso, ossia una riduzione della sanzione.

Andrea Cerasi

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