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Economia

Pensioni, cosa potrebbe cambiare: tutte le ipotesi per il 2025

Ci sono ancora dubbi su quello che potrebbe cambiare per le pensioni in Italia: tutte le ipotesi in campo al momento.

I lavoratori non aspettano altro: sapere qualcosa in più sulle pensioni e cosa potrebbe cambiare con l’arrivo del nuovo anno. Età e contributi questi sono i temi centrali, ma non possiamo negare che in Italia in questo momento la situazione non è affatto rosea sotto il punto di vista pensionistico.

Pensioni, le possibile novità per il 2025 (Lavocetorino.it)

Non possiamo, poi, dimenticare anche la confusione che si sta creando con la pensione con quota 103, l’Ape sociale e ancora opzione donna nel 2025, ma è bene ricordare che sono pensioni che se non vengono rinnovate non saranno presenti per il prossimo anno. Lo stesso discorso vale anche per quota 41 o per flessibilità dai 64 anni, in questo caso si tratta di misure non attive.

Pensioni, cosa cambia e quali sono i dubbi?

Confusione anche per le pensioni ordinarie, nello specifico vanno tirate in ballo sia quella di vecchiaia che quella anticipata ordinaria. Perché c’è così tanta confusione in merito? Alcune indiscrezioni provenienti da CNEL, avrebbero acceso i riflettori e anche i dubbi.

Una coppia di pensionati (Lavocetorino.it)

Per chi non lo sapesse il CNEL è un comitato “fondato” da Renato Brunetta, quando era ministro. L’obiettivo è quello di proporre una riforma al Governo, così da poter formare il nuovo sistema pensionistico italiano. A tal proposito, ci sarebbe la proposta che riguarda il sistema pensionistico flessibile e che va dai 64 anni ai 72 anni di età. Ovviamente, non si sa ancora nulla nel dettaglio, se la misura andrebbe a cancellare la pensione di vecchiaia o sia solo da aggiungere.

Cosa potrebbe cambiare per le pensioni anticipate ordinarie?

Anche per la questione che riguarda la pensione anticipata, le cose potrebbero cambiare. Va ricordato che questa si raggiunge con 42 anni e 10 mesi di versamenti alla previdenza obbligatoria, nei casi degli uomini. Per le donne, invece, sono necessari 41 anni e 10 mesi di versamenti contributivi. Dallo scorso anno, per il primo rateo di pensione c’è una finestra di 3 mesi, ma attenzione dal prossimo anno potrebbero esserci dei cambiamenti, arrivando addirittura ai 7 mesi di finestra. Ribadiamolo, al momento, queste sono solo delle supposizioni. Le cose poi in realtà potrebbero andare diversamente, dunque, è sempre meglio aspettare e capire cosa succederà in futuro.

Paola Saija

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