Pensioni e vantaggi legati all’anno 1992: cosa devono sapere i cittadini che si avviano a ricevere l’assegno previdenziale
Il tema delle pensioni nel nostro Paese resta sempre molto delicato, soprattutto per i giovani. Per il 2025 si parla di una rivalutazione ma ancora restano delle incognite. Per chi si appresta a ricevere il sussidio, c’è da dire che ci possono essere delle agevolazioni da valutare.
Si tratta, infatti, di esaminare alcune azioni del passato ed in particolare in riferimento al 1992, un anno che fa da spartiacque in questo campo. È quello, infatti, nel quale è entrata in vigore la legge Amato (D.lgs. n. 503 del 30 dicembre 1992). Vediamo nel dettaglio cosa devono sapere e valutare i lavoratori che si avviano alla pensione.
La legge Amato del 1992 è passata alla storia come la norma che ha innalzato innanzitutto il tetto dell’età pensionabile, ma ha anche previsto altro. Ci sono, infatti, delle deroghe. Tra queste rientra quella che riconosce ad alcuni lavoratori la possibilità di andare in pensione a 67 anni ma con 5 anni di contributi in meno.
Si abbassa così la soglia che da 20 anni scende a 15. A chi è riservata? A coloro che hanno maturato i 15 anni di contributi entro il 31 dicembre del 1992, ma non solo. L’agevolazione riguarda anche i lavoratori che entro il 31 dicembre 1992 hanno ricevuto l’autorizzazione a proseguire volontariamente la contribuzione.
C’è da aggiungere che basta aver avuto l’autorizzazione dell’Inps al versamento volontario per beneficiare dell’agevolazione senza aver provveduto realmente al versamento. Infine, una terza deroga tutela chi è stato precario per lungo tempo o ha svolto un lavoro part-time: è riservata a chi ha versato contributi da almeno 25 anni o per almeno 10 non raggiungendo le 52 settimane di contributi.
Il 1992 è un anno che deve essere attenzionato perché riserva anche un altro vantaggio legato alla pensione. Si tratta della rendita futura o, meglio, riguarda chi entro quell’anno si è iscritto ad un fondo pensione.
La deroga fa riferimento ai “vecchi iscritti”, ovvero tutti coloro che hanno aderito a un fondo pensione prima dell’entrata in vigore della legge n. 421 del 1992 che ha disciplinato in Italia la previdenza complementare.
Quali i vantaggi? I cittadini che si avvicinano alla pensione possono decidere di ricevere in un’unica soluzione il 100% di quanto hanno versato anziché proseguire con la rendita rispetto agli altri che invece posso avere solo la metà di quanto disposto in un’unica soluzione.
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