La serie televisiva Brennero, in onda su Rai 1, parla della caccia a un pericoloso serial killer: le differenze tra realtà e fiction sul mostro di Bolzano.
Una pericolosa scia di sangue sta mettendo sotto scacco la città di Bolzano e su questi eventi indagano una pm di cultura tedesca e un poliziotto dal cognome italianissimo: questa in estrema sintesi la trama di “Brennero”, la serie televisiva che in queste settimane va in onda su Rai 1 e che sin dalle prime puntate ha riscosso molte critiche positive, perché è un noir nudo e crudo per veri amanti del genere.
La serie si ispira a fatti reali, sebbene li contestualizzi in maniera totalmente differente: tra questi c’è la Notte dei fuochi del 1961, un episodio storico legato all’irredentismo sudtirolese, e c’è il ruolo avuto dall’esercito italiano in quella che fu una vera e propria guerra civile, combattuta in Alto Adige negli anni Sessanta. Nella serie, c’è poi un mostro e Bolzano, in anni più o meno recenti, il suo mostro lo ha avuto davvero.
Il mostro di Bolzano nella fiction Brennero: molte differenze con la realtà
Lui si chiamava Marco Bergamo ed era un serial killer delle prostitute: nella fiction, ci sono profonde differenze rispetto alla realtà che riguardano proprio la figura del mostro di Bolzano. Innanzitutto, l’uomo si chiama Mauro Battisti, quindi le iniziali di nome e cognome corrispondono con quelle del vero mostro, ma lo vedremo assumere anche un’altra identità.
Il personaggio interpretato da Paolo Briguglia, inoltre, si muove con sempre al collo una medaglietta del Sacro Cuore di Gesù: si tratta di un altro riferimento storico, anche se il valore simbolico in questo caso è stato decisamente rovesciato. Infatti, i fuochi del Sacro Cuore di Gesù, una tradizione sudtirolese che prende il via alla fine del Settecento, venivano accesi dagli indipendentisti in senso anti italiano.
Invece, il mostro della fiction, almeno apparentemente, sembra colpire solo cittadini dal cognome tedesco, e dalle prime indagini emerge come lo faccia proprio per una sorta di patriottismo italico, considerando chi porta un cognome tedesco un privilegiato. Si scoprirà nel corso della serie televisiva di Rai 1 che il mostro in realtà agisce per motivazioni personali e familiari (non spoileriamo nulla).
Tra realtà e finzione ci sono delle modalità simili anche per quanto concerne la tempistica con cui il mostro agisce: il vero serial killer di Bolzano, infatti, dopo i primi omicidi sparì per lunghi anni, salvo poi tornare a colpire con una rapida sequenza di omicidi di prostitute; in ugual modo, anche nella serie televisiva i due protagonisti si trovano a riaprire una vecchia indagine sul mostro, in realtà mai chiusa.