Che cosa significa Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti: la spiegazione della scena finale

Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti è stato tra i migliori film italiani del 2023: ma che cosa significa e qual è il senso del finale.

Interamente girato a Roma, Il Sol dell’Avvenire, ultimo lungometraggio di Nanni Moretti, è stato tra i film più interessanti girati in Italia nel 2023: la trama ruota attorno a un regista di nome Giovanni, interpretato dallo stesso Moretti, che sta girando tra gli altri un film sulla reazione di una sezione locale del Partito Comunista Italiano alla rivoluzione ungherese del 1956.

il regista Nanni Moretti
Nanni Moretti, regista del film Il Sol dell’Avvenire (LaVoceTorino.it)

La pellicola è un omaggio al cinema di Moretti, con numerose citazioni cinematografiche: in primis, nel film ci sono proprio citazioni di altri film realizzati da Nanni Moretti stesso, da “Palombella rossa” a “Caro Diario”, poi ci sono tra gli altri Un uomo a nudo di Frank Perry, The Blues Brothers di John Landis e La dolce vita di Federico Fellini.

Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti: il significato di questa espressione

Nella simbologia comunista, e più in generale nell’immaginario della sinistra storica, il “Sol dell’Avvenire” rappresenta il sole nascente, simbolo della rivoluzione socialista e di un futuro utopico: si deve questa espressione a Karl Marx, ma lo stesso Giuseppe Garibaldi se ne appropriò e storicamente il sole che sorge compare in molti simboli di partiti socialisti, anche di quello italiano.

Il Sol dell'Avvenire
Una scena del film Il Sol dell’Avvenire (LaVoceTorino.it)

Insomma, il “Sol dell’Avvenire” è soprattutto la speranza di un mondo nuovo e questo nell’immaginario è durato a lungo, se si pensa che ad esempio questo simbolo viene cancellato dal Partito Socialista Italiano solo negli anni Ottanta, con la segreteria di Bettino Craxi, che preferì lasciare come simbolo soltanto una rosa tenuta stretta in un pugno.

Nel film di Nanni Moretti, questa immagine si trasforma in una riflessione malinconica sul passato, evidenziando l’ambiguità tra alba e tramonto. La pellicola, in definitiva, esplora la crisi personale e creativa del regista, che è incapace di riconnettersi con la vita e con il cinema che ha costruito. Il suo cinema, proprio come una certa ideologia, sembra ormai appartenere a un passato anacronistico.

La spiegazione della scena finale del film di Nanni Moretti

Esempio perfetto di metacinema, il film – che va in onda in prima visione su Rai 3 il 24 settembre 2024 – ha un finale che si presta a molte letture e da parte nostra abbiamo scelto di non darne una univoca, costringendo lo spettatore a restare passivo e a non lasciarsi coinvolgere dalle interpretazioni e dalle proprie suggestioni. La scelta finale del regista Giovanni riflette un’idea esistenzialista di libertà e responsabilità.

Anche la marcia festosa dei personaggi, vecchi e nuovi, verso un futuro possibile, che è di fatto l’ultima scena di questo film, è un suggerimento che il regista Nanni Moretti, alter ego del protagonista Giovanni, sembra voler dare al pubblico, rispetto a un concetto che non è da sottovalutare, ossia che la storia non è assolutamente immutabile e non è fatta di totem.

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