Diffuso il calendario per l’accensione dei riscaldamenti in casa: le date in base alle zone climatiche

Come ogni anno, in questo periodo, vengono pubblicate le date per l’accensione dei termosifoni nelle varie città d’Italia: le zone climatiche.

Con l’arrivo dell’autunno, vengono pubblicate le date per l’accensione dei riscaldamenti nelle varie città d’Italia, tenendo conto della suddivisione del territorio italiano in fasce climatiche. Ogni fascia climatica deve rispettare il programma orario e le date per l’accensione dei termosifoni. A vigilare sul corretto operato, gli amministrato di condomini e i singoli Comuni.

accensione del termosifone
Valvola del termosifone (Lavocetorino.it)

Ora che le temperature sono scese drasticamente, per fortuna, dopo un’estate infuocata, l’autunno ha portato con sé piogge e aria fresca. Si pensa all’attivazione del termosifoni, e la direttiva statale impone l’accensione dei riscaldamenti a partire dal mese di ottobre e fino al mese di aprile. Scopriamo le date esatte nelle sei zone in cui è suddivisa l’Italia.

Accensione di riscaldamenti, le date per ogni zona climatica in Italia

Come sappiamo, il territorio italiano è stato suddiviso in sei zone climatiche, per sei climi diversi. La normativa contenuta nel Decreto del 16 aprile 2023 disciplina l’accensione e lo spegnimento dei riscaldamenti condominiali e di quelli delle abitazioni autonome. Le date sono imposte su ogni area territoriale, ma i Comuni potranno decidere se prorogare e anticipare le date in base alle condizioni meteo della loro area di pertinenza.

Termosifone disposto su parete verde
Termosifone di casa (Lavocetorino.it)

Quali sono le sei zone climatiche in Italia? La prima zona è la A, che comprende le isole più remote del Mediterraneo, come Linosa, Porto Empedocle e Lampedusa. Nella zona B troviamo le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.

Nella zona C ci sono i territori di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto. Nella zona D sono incluse le aree di Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo.

Le zone climatiche italiane: date e orari di accensione dei termosifoni

Nella zona E troviamo Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza.

Nella zona F troviamo i territori di Belluno, Cuneo e Trento. Per tutte le province, la normativa impone una temperatura interna di 19 gradi, con un’eccezione di 2 gradi in più in caso di gelo imprevisto. Le sei zone climatiche devono rispettare date e orari specifici per l’accensione dei riscaldamenti, per evitare sprechi energetici e per contenere emissioni nocive. Ci sono zone in Europa fortemente inquinate, tra queste l’Italia ha un triste primato.

Accensione dei riscaldamenti in Italia: le multe previste in caso di trasgressione al regolamento

Nella zona A i termosifoni si accenderanno dal 1 dicembre fino al 15 marzo, per massimo sei ore al giorno. Nella zona B le date sono dal 1 dicembre al 31 marzo, per massimo otto ore al giorno, mentre nella zona C il riscaldamento sarà avviato dal 15 novembre fino a 31 marzo, per dieci ore al massimo al giorno.

Nella zona D le date sono dal 1 novembre fino al 15 aprile, per dodici ore al giorno, nella zona E il riscaldamento sarà attivo dal 15 ottobre fino al 15 aprile, per massimo quattordici ore al giorno. Infine, la zona F non ha limitazioni. I trasgressori rischiano una multa che va da 500 euro fino a 3 mila euro, in più multe decise dal condominio e dal Comune, che vanno da 200 euro fino a 800 euro in caso di violazione del regolamento.

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