Favori al Teatro Regio di Torino: condannato il tenore Roberto Guenno

Si è concluso il processo al tenore Roberto Guenno per il caso di favori al Teatro Regio di Torino; un’assoluzione e una condanna, i dettagli.

Parliamo di nuovo del caso che ha coinvolto il Teatro Regio di Torino in cui si parlava di vari favori sfruttando conoscenze politiche. I fatti risalgono al 2018, ma il processo si è concluso solamente ora. C’è stata un’assoluzione e una condanna, in particolare nella persona di Roberto Guenno. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa è successo.

Martelletto in Tribunale
Martelletto di un Tribunale (lavocetorino.it)

Si parla, nello specifico, di uno sfruttamento di conoscenze nell’ambito del Movimento 5 Stelle, attraverso il quale Roberto Guenno ha “aiutato” persone ad avanzare nei vari posti di lavoro per poi ottenere qualcosa in cambio, ovviamente. Insomma, uno scambio di favori che è andato a infrangere la legge e che per questo ha visto questa storia finire in tribunale con un processo e con un risultato. Vediamo quale.

Teatro Regio, condannato Roberto Guenno: l’esito del processo

Secondo l’accusa Roberto Guenno, che lavorava al Teatro Regio come corista, attraverso le proprie conoscenze aiutò William Graziosi a diventare sovrintendente. In cambio, il tenore avrebbe ottenuto un incarico amministrativo, come suo assistente. In quel periodo la sindaca era Chiara Appenino che, secondo il pm, è stata condizionata perché si fidava ciecamente di Guenno.

Sentenza del Tribunale
Sentenza del Tribunale (lavocetorino.it)

Per la Procura si è trattato di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta per l’assegnazione dell’incarico ad un imprenditore (che ha patteggiato). Questo fatto è ritenuto ancora più grave. il Teatro Regio si è costituito parte civile chiedendo un risarcimento. In particolare, ha chiesto 30mila euro di danni.

Guenno, corista dal 2000, non aveva di certo i titoli e nemmeno le competenze per svolgere quel ruolo. Nella veste di tecnico avrebbe collaborato alla stesura di un bando di 190mila euro per un appalto ad una società di marketing che, secondo le indagini, ha visto un accordo sottobanco per favorire un imprenditore milanese.

La sentenza del Tribunale ha visto l’assoluzione di Guenno per lo scambio di favori con Graziosi, ma ha visto anche la condanna per la turbativa d’asta appena descritta. Il pubblico ministero, Elisa Buffa, aveva chiesto la condanna ad un anno di reclusione e il pagamento di una multa di 600 euro.

Tuttavia, il Tribunale ha deciso per 8 mesi di carcere e il pagamento di una multa di 400 euro con sospensione condizionata della pena. Dovrà versare anche 7mila euro al Teatro Regio e pagare tutte le spese processuali. Guenno ha deciso di farsi rappresentare dall’avvocato Michele Godina e ha deciso di non rilasciare nessuna dichiarazione dopo la sentenza.

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