Adesione dei lavoratori Rai delle sede piemontese allo sciopero nazionale per il rinnovo del contratto: i dettagli
Lunedì 23 settembre la programmazione Rai ha subito importanti modifiche a causa dell’adesione dei suoi dipendenti allo sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto Collettivo. Il cambio di programmazione ha interessato soprattutto le trasmissioni in diretta, che fanno parte del Servizio Pubblico, per dare un chiaro segnale alla dirigenza Rai.
La linea dei sindacati ha identificato quattro obbiettivi alla base dello sciopero che riguardano la volontà di riaprire il tavolo di confronto fra le parti per ipotizzare un nuovo rinnovo contrattuale, rilanciare l’azienda nel ruolo e nelle finalità di Servizio Pubblico Radiotelevisivo, bloccare le vendite delle quote di maggioranza di Raiway e garantire le risorse adeguate alle prospettive future dell’azienda.
Lo sciopero
Si rimescolano le carte sul tavolo sindacale con una protesta nazionale dei lavoratori Rai che replica alle disattese di luglio. Parola d’ordine necessità di elaborare un piano industriale con al centro la missione produttiva ed editoriale della Rai. L’adesione in massa allo sciopero conferma i malumori che da tempo si percepivano in azienda con la massima attenzione ad una più giusta remunerazione commisurata al costo della vita aumentato dopo la pandemia Covid-19 e i conflitti bellici.
L’ultimo Contratto Collettivo risale infatti al 2018, prima dei noti eventi che hanno portato agli aumenti e ai rincari, così come all’inflazione determinando una più acuta incertezza sul sostentamento economico dell’azienda. Una mobilitazione nazionale che ha visto le singole segreterie regionali sindacali in prima linea a sostegno dei lavoratori tutti e la comparsa dei singoli presidi davanti ad ogni sede Rai sul territorio.
La protesta in Piemonte
Anche la sede piemontese di Torino con i suoi dipendenti ha aderito massivamente alla protesta dichiarando l’esigenza di riaprire un dialogo costruttivo al fine di salvaguardare i posti di lavoro e le condizioni lavorative. La denuncia piemontese in particolare richiama alle recenti politiche immobiliari della Rai, ponendo l’accento sulla carenza del personale e sul noto ritardo tecnologico che da sempre penalizza e aggrava la situazione del polo torinese.
I lavoratori e i sindacati chiedono risposte certe e immediate, mettendo sul piatto il futuro prossimo e a lungo termine di un’azienda in palese difficoltà gestionale, sottolineando l’urgenza di una riqualificazione a tutto campo delle strategie a tutti i livelli, alla ricerca della tanto auspicata stabilità e soprattutto dello sviluppo e dell’adeguamento della sezione piemontese, faro dell’intera comunità locale.
Le soluzioni e le proposte sono sul tavolo e le trattative possono essere messe in atto attraverso un sano e proficuo dialogo con la dirigenza, a tutela del migliaio di lavoratori Rai che compongono la sede di Torino. Direzioni generali, Crits, Ict, Orchestra sinfonica nazionale, Radiofonia, Teche, Raiway e Centro di Produzione televisivo, uniti per cercare di risolvere al più presto e in senso definitivo le questioni poste all’attenzione dell’azienda Rai che ora dovrà rispondere senza perdere altro tempo prezioso per il benessere di tutti.