A Torino l’uccisione di Roua, 34 anni, davanti ai figli e il braccialetto elettronico che non ha funzionato: i dettagli
Il caso del femminicidio avvenuto a Torino Aurora porta alla luce nuovi dettagli che lasciano perplessi e sgomenti e le domande si accavallano lasciando in sospeso dubbi e ipotesi. Gli inquirenti stanno cercando di capire le dinamiche dell’omicidio di via Cigna e le implicazioni legate alla situazione dell’ex marito della donna assassinata purtroppo davanti agli occhi dei due figli adolescenti.
L’ennesima tragedia avvenuta la notte scorsa a Torino Aurora, nel quartiere Barriera di Milano, in via Cigna. Ancora al vaglio degli inquirenti le dinamiche che hanno portato all’infausto epilogo, ma i fatti lasciano ben pochi dubbi su quanto avvenuto e le indagine portano in una sola direzione.
Lui è Ben Alaya Abdelkader, un muratore di 48 anni tunisino, lei è Roua Nabi, l’ex moglie anche lei di origine tunisina di 34 anni. I due, dopo un rapporto burrascoso fatto di abusi reiterati, liti e episodi di violenza, si erano separati e la donna aveva denunciato il marito per maltrattamenti domestici. Lo scorso giugno era stato arrestato ma ritenuto non socialmente pericoloso e ad agosto era stato rimesso in libertà con la misura del braccialetto elettronico ed era stato disposto il divieto di avvicinamento, ma a quanto pare qualcosa non ha funzionato.
Nella notte tra lunedì 23 settembre e martedì 24 settembre, dopo l’ennesima lite furibonda, l’uomo ha colpito al torace la donna con un coltello e poi è scappato in strada inseguito dal figlio tredicenne che, disperato, chiedeva aiuto ai passanti per fermare l’uomo e non lasciarlo fuggire dal luogo dell’omicidio. L’altra figlia si è invece rifugiata dai vicini e ha dato l’allarme. I carabinieri intervenuti prontamente hanno bloccato il fuggitivo poco lontano dall’abitazione dove è avvenuto il femminicidio, traendolo in arresto. Per Roua Nabi non c’è stato niente da fare, trasportata d’urgenza all’Ospedale San Giovanni Bosco dalla Croce verde di Villastellone è deceduta poco dopo.
Dopo mesi di botte e urla si era intervenuti per cercare di tenere lontano l’uomo dalla sua ex moglie, proprio attraverso la misura del braccialetto elettronico che il giudice aveva imposto all’uomo e che avrebbe dovuto dare l’allarme in caso di avvicinamento non consentito. Ma il dispositivo antiviolenza non ha funzionato ed ora si cerca di capirne il motivo.
Il funzionamento del braccialetto implica infatti che, in caso di avvicinamento ad una determinata distanza stabilita dal giudice, si azioni automaticamente un’app sullo smartphone collegata alla sala operativa della questura. Purtroppo questo non è avvenuto e l’uomo è riuscito non solo ad avvicinarsi alla donna ma a sferrarle anche una coltellata mortale. Le ipotesi di cosa non abbia funzionato nel dispositivo antiviolenza sono al vaglio degli inquirenti che stanno valutando anche le parole dell’uomo che sostiene di essersi riconciliato con la moglie negli ultimi tempi e di essere stato preso da un raptus.
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