Il comunicato dell’INPS spiega che si può continuare a lavorare anche se si è già in pensione: vediamo insieme i casi in cui è consentito
Il tema relativo alle pensioni in Italia generalmente viene affrontato per districarsi tra le molte incognite che si prospettano davanti e per capire in quale categoria si rientra e quali sono i requisiti per poter accedere al sistema pensionistico e soprattutto quando. E in questi anni di continue modifiche e riforme del sistema la situazione si è via via sempre più complicata.
Non è infatti semplice riuscire a seguire proroghe, modifiche, calcoli e adeguamenti che di fatto ogni anno turbano la possibilità di programmare la scelta di andare in pensione. Le modalità variano di caso in caso a seconda dell’anno di nascita o di inizio dell’attività lavorativa, e il quadro che si è andato configurando è indubbiamente difficile da comprendere senza affidarsi a dei professionisti del settore.
L’INPS quindi periodicamente cerca di dirimere alcune domande e dubbi che lecitamente possono sorgere attraverso l‘invio di comunicati con lo scopo di rispondere ai quesiti che molti si pongono. In quale categoria si rientra, quanti anni di contributi servono, accesso alla pensione anticipata e via dicendo. Sono diversi gli interrogativi che i lavoratori esprimono e non sempre si riesce ad avere risposte esaustive che riescano a far comprendere come comportarsi e come agire senza incappare in errori che possano vanificare un percorso o addirittura diventare illeciti dal punto di vista legale.
Un altro aspetto che va chiarito e se un pensionato possa continuare a lavorare, rispettando le norme di legge. Ci sono infatti alcune persone che decidono per diverse ragioni di continuare l’attività lavorativa anche dopo essere andati in pensione. Il motivo può essere la passione per il proprio mestiere, il desiderio di mantenersi attivi fisicamente e intellettualmente o banalmente le semplici necessità economiche.
A questo proposito è arrivato un comunicato INPS che affronta il tema del lavoro dopo la pensione descrivendo i casi in cui è possibile continuare l’attività lavorativa e quindi cumulare la pensione con il reddito da lavoro. La risposta al quesito è in generale affermativa ma con alcune limitazioni che vengono descritte ampiamente nella nota informativa dell’Ente pensionistico.
L’INPS spiega che esistono alcuni casi in cui non è possibile cumulare la pensione con il reddito da lavoro. Posto che l’art. 19 del decreto legge 112/2008 ha disposto l’abolizione totale del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro autonomo e dipendente, nel caso di pensione per vecchiaia o anticipata, sia nel caso di pensione retributiva, contributiva o mista. In questi casi il lavoratore genera il cosiddetto supplemento di pensione.
VI sono però alcuni casi di anticipo pensionistico in cui il cumulo dei redditi da pensione e da lavoro è vietato. La legge di Bilancio 2024 ha imposto precisi limiti per due specifiche previsioni che sono Quota 103 e APE sociale sino a che a che non si sia maturato il requisito anagrafico per rientrare nella pensione di vecchiaia fissato a 67 anni.
L’INPS nel comunicato del 19 settembre 2024 n.3077 chiarisce che i titolari di pensione con decorrenza compresa entro il 2023 soggetti al divieto di cumulo devono presentare la dichiarazione entro il 31 ottobre 2024 dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nel 2023. Sono esclusi da questo obbligo i pensionati per inabilità o invalidità e per vecchiaia.
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