Ennesima truffa con prefisso, questa volta proviene dalla Francia, ma le modalità sono le stesse usate dall’Olanda: vediamo come evitarla.
È allarme truffa telefonica, l’ennesima, questa volte con prefisso proveniente dalla Francia. Se fino a pochi mesi fa lo stesso atto criminoso presentava come prefisso i Paesi Bassi, adesso è la volta del prefisso francese, corrispondente al +33. Se si ricevono chiamate o messaggi da numeri contenenti questo prefisso, bisogna fare molta attenzione. Si tratta di una truffa. In cosa consiste?
Questo tipo di truffe sono mirate a cercare di carpire più informazioni possibili sul soggetto, per indirizzare pubblicità e scam personalizzati, in modo da confondere l’utente con SMS, mail e telefonate che potrebbero sembrare veritiere. Le tecniche sfruttate dai criminali sono sempre più avanzate e fanno fede sulla tecnologia, spesso collegandosi direttamente a fonti legittime, come la banca dell’utente stesso.
Solitamente, le chiamate con prefisso estero sono tentativi di frode. Non sempre è così, ma nella maggior parte dei casi si è a rischio truffa. Dunque, è fondamentale evitare di commettere certe leggerezze e sapere come comportarsi. Quando si riceve un messaggio oppure una telefonata con il prefisso +33, per sicurezza è meglio ignorarlo, oppure bloccarlo.
Non bisogna mai acconsentire alle richieste del messaggio, oppure seguire le indicazioni di voci registrate. Tuttavia, grazie all’intelligenza artificiale e alla tecnologia avanzata, è sempre più difficile capire cosa è vero e cosa non è vero. Le truffe telefoniche possono assumere varie forme. Ad esempio, una delle più sfruttate è quella relativa al pagamento anticipato per sbloccare un guadagno.
I criminali inviano una telefonata preregistrata oppure un messaggio dove promettono un guadagno extra a seguito di un facilissimo lavoretto da eseguire online, come può essere scrivere un breve commento sotto un post social, oppure mettere un like, o condividere una foto sul proprio profilo per farsi pubblicità. Per poter sbloccare il proprio guadagno, però, i cybercriminali chiedono l’erogazione di una piccola somma anticipata.
Altra modalità ampiamente sfruttata è quella relativa al phishing, tramite mail, ma può avvenire anche attraverso SMS o telefonate. In questo caso, si chiede di aprire un determinato link per entrare su un sito, o per risolvere alcuni problemi legati al proprio conto in banca, ed è in questo caso che i truffatori riescono a ottenere informazioni personali.
Anche se la tentazione di rispondere a una chiamata è forte, oppure se si entra in paranoia perché il conto in banca, come avverte un messaggio, sembrerebbe bloccato, è sempre meglio non cedere alla curiosità. Non bisogna mai rispondere a telefonate e non bisogna mai aprire contenuti di WhatsApp, SMS o E-mail, se non si conosce il mittente. Meglio bloccare questi numeri per stare sicuri. Occorre fare attenzione anche alle truffe al bancomat, come il cash trapping.
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