Una coppia di bambini è stata testimone dell’omicidio della propria madre da parte del padre: aveva il braccialetto ma non funzionava
Nel cuore di Torino si è consumato l’ennesimo femminicidio. Un drammatico episodio che ha visto protagonista Abdelkader Ban Alaya. Un uomo di 48 anni, il quale ha brutalmente ucciso la moglie Roua Nabi di 34 anni, davanti ai loro figli, nonostante gli fosse stato vietato di avvicinarsi. Quello che lascia tutti interdetti è che l’assassino indossava anche un braccialetto elettronico. In questo modo i suoi movimenti potevano essere monitorati. Il dispositivo, che avrebbe dovuto impedire la sua presenza nei pressi della casa della donna, non ha funzionato. Il sistema di allarme non è stato attivato, e le forze dell’ordine non sono intervenute in tempo per prevenire la tragedia.
Il fatto è accaduto nel quartiere Barriera di Milano, dove la famiglia viveva. L’uomo era stato arrestato ad agosto per maltrattamenti, ma era stato rilasciato, ritenuto pericoloso solo per la moglie. Le autorità avevano imposto l’uso del braccialetto elettronico. Questo dispositivo di monitoraggio avrebbe dovuto avvisare Roua in caso di violazione della propria zona di privacy. Tuttavia, qualcosa è andato storto: il dispositivo non ha segnalato la presenza dell’uomo, permettendo a Ban Alaya di entrare nell’abitazione e commettere il delitto. La dodicenne figlia della coppia ha chiamato disperata i soccorsi, mentre il fratello più piccolo ha cercato di inseguire il padre in fuga per strada.
Il caso di Roua Nab: il fallimento di un sistema di sicurezza
Questo caso ha scosso l’opinione pubblica che continua a farsi domande sul reale funzionamento dei braccialetti elettronici. Questi erano stati introdotti nel 2019 per proteggere le vittime di stalking e violenza di genere. La deputata Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha chiesto un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per ottenere chiarimenti sulla vicenda e, più in generale, sui problemi legati all’uso di questi dispositivi. La deputata ha messo in evidenza come questo non sia il primo caso in cui il braccialetto elettronico non ha funzionato correttamente, portando a conseguenze tragiche. In altre città italiane, come Ancona e Roma, si sono verificati episodi simili. A Sestri Levante, un uomo ha ucciso una donna e si è presentato dai carabinieri.
Il caso di riapre il dibattito sulla sicurezza delle donne che si trovano in situazioni di rischio. I dispositivi, presentati come una soluzione avanzata, sembrano mostrare pecche, come batteria scarica, segnali GPS persi o addirittura malfunzionamenti che possono compromettere il tracciamento. Questi malfunzionamenti, anche se tecnici, diventano una questione di vita o di morte per chi si trova a dipendere da loro per la propria protezione. Come dimenticare l’omicidio di Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta che sta facendo ancora discutere. Anche perché proprio in questi giorni è iniziato un processo e alcuni video sono stati resi anche pubblici. Ecco la ricostruzione da parte dell’omicida.
Questo tragico episodio mette in evidenza il fallimento di un sistema che, in teoria, dovrebbe proteggere le vittime di violenza domestica, ma che, nella pratica, si dimostra a volte inefficace. Questo episodio di femminicidio a Torino non è solo la storia dolorosa di una vita spezzata, ma è anche l’emblema di un problema che riguarda la sicurezza delle donne. È fondamentale rivedere l’uso dei braccialetti elettronici, affinché tragedie come questa non si ripetano più.