Proseguono le indagini sulla strage di Nuoro, Roberto Gleboni avrebbe messo in atto un piano orribile per sterminare la famiglia.
A 72 ore dalla strage di Nuoro, si cerca di fare luce sulla lucida follia che ha colto il 50enne Roberto Gleboni, e che lo ha costretto a compiere una strage, sterminando l’intera famiglia. Gli agenti continuano le indagini, cercando indizi nell’appartamento di via Ichnusa, dove risiedeva la famiglia Gleboni. A quanto pare, dalle prime ricostruzioni, la moglie Giusi Massetti, stanca del marito, aveva intenzione di separarsi per ricominciare una nuova vita.
Come riportano alcune testate giornalistiche sarde, la donna aveva confidato ad alcuni amici di volersi separare definitivamente. Tuttavia, quel desiderio non era ancora stato palesato in famiglia. Negli ultimi tempi, i coniugi litigavano spesso, abbandonandosi a liti furiose che tutto il vicinato riusciva a sentire. Nessuno, però, si sarebbe aspettato un epilogo del genere.
Giusi era stanca dalla sua condizione, dopo 30 anni di relazione con Roberto Gleboni, voleva cambiare vita per trovare nuovi stimoli. Agli occhi della comunità, i Gleboni sembravano una famiglia unita e felice, ma tra le mura di casa si percepivano tensione e angoscia. Negli ultimi mesi, l’uomo era uscito di casa diverse volte, a seguito di alcuni liti, per andare a dormire dalla madre.
Probabilmente, in una di quelle notti fuori casa, in mente si è fatto largo l’orribile piano da mettere in scena. I colleghi di lavoro di Roberto lo descrivono come un uomo tranquillo e onesto, anche se questi aggettivi non convincono la Procura, alle prese con la ricerca del movente. Il movente, al momento, resta ignoto, ma ora dopo ora si stanno accumulando diverse informazioni che potrebbero portare alla soluzione.
Alcuni vicini, infatti, affermano che da tempo si notavano segnali di squilibrio. C’è chi parla di estrema gelosia da parte dell’uomo, chi di alcuni dispetti ai danni dei vicini, solo per ripicca a seguito di alcuni screzi tra condomini. Qualcun altro, invece, descrive Roberto Gleboni come un uomo che urlava spesso, irascibile e prepotente.
Un suo fratello è affetto da un disturbo psichiatrico, e la stessa patologia potrebbe aver afflitto anche l’autore della strage. Tuttavia, quest’ultima ipotesi è stata scartata dal medico dello stesso Gleboni, che lo seguiva da anni. Il focus della vicenda è l’estrema possessione dell’uomo nei confronti della moglie, casalinga, sempre in casa a badare ai tre figli, così devota, ma stufa di essere controllata.
Proprio la mania di controllo potrebbe aver scatenato la follia, lo scorso 25 settembre, quando Roberto Gleboni, utilizzando una pistola calibro 7,65, ha aperto il fuoco contro contro moglie e figli. Prima Giuseppina Massetti, 43 anni, e Martina, 24 anni, poi i colpi contro i figli minorenni di 14 e 10 anni. A salvarsi è stato solo il 14enne, colpito di striscio e fintosi morto.
Sul pianerottolo, mentre tentava la fuga, l’uomo ha sparato a Paolo Sanna, il vicino 69enne uscito dal suo appartamento perché aveva sentito gli spari. L’omicida si è poi diretto a casa di sua madre, sparandole alla testa, ma senza ucciderla. Braccato dalla Polizia, Roberto Gleboni si è suicidato in cucina. Per gli investigatori non ci sono dubbi, “Voleva portare la famiglia con sé nella bara”.
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