La sanità scrive un’altra importante pagina di storia: trapiantati cuore e fegato in blocco all’ospedale “Le Molinette” di Torino.
La sanità fa passi da gigante nel Bel Paese e, per la prima volta, sono stati trapianti cuore e fegato in blocco, quasi come fossero un solo organo. Una procedura chirurgica che ha richiesto moltissime ore, ma alla fine ne è valsa la pena: tutto è andato per il verso giusto.
Un primato da record quello del trapianto di un blocco multiorgano effettuato a Torino presso l’Ospedale più grande della regione Piemonte “Le Molinette”. Da quello che si apprende, il trapianto “doppio” cuore-fegato è stato eseguito su una donna di 38 anni che proviene da Roma ed era in attesa del trapianto. Un’operazione difficoltosa che ha visto scendere in campo un gruppo composto da molti medici.
Nella città della Mole, per la prima volta è stato effettuato un trapianto di un blocco multiorgano (cuore-fegato). Sotto i ferri una donna di 38 anni romana, affetta da una grave cardiopatia congenita che, dopo essere stata operata diverse volte, si è sottoposta adesso al trapianto. La 38enne era iscritta nella lista nazionale dei trapianti urgenti. Chi se ne occupa è il Centro Nazionale Trapianti, insieme al Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte. Tutto questo ha permesso nel tempo di trovare un donatore in tempi ridotti.
Per la delicata operazione medici e pazienti sono stati in sala operatoria per dodici ore, ma alla fine tutto è andato tutto nel migliore dei modi. La donna è affetta da una grave malattia cardiaca malformativa che, con il tempo, l’aveva portata ad avere seri problemi al fegato, tutto le era stato diagnosticato e curato dall’epatologa dottoressa Silvia Martina operante all’Ospedale le Molinette di Torino.
Le condizioni della paziente non erano delle migliori, ragion per cui era stato deciso di iscriverla nella lista nazionale dei trapianti urgenti. Poco dopo si è riusciti a trovare un donatore idoneo. Un trapianto che è stato pianificato dall’ équipe multidisciplinare trapianti di Torino. Gli esperti sono riusciti a mantenere la normale connessione del cuore e del fegato, così è stato possibile trapiantare in unico blocco entrambi gli organi, fegato e cuore. Tutto questo ha comportato meno sofferenza ischemica degli organi, fattore che ha porta in fretta a far funzionare gli organi subito dopo il trapianto.
Un lavoro avvenuto in contemporanea a Milano: mentre un gruppo di medici prelevavano fegato e cuore, a Torino si lavorava per tenere in vita la paziente e preparla al delicato intervento. Un momento delicatissimo che ha visto intervenire il professor Mauro Rinaldi insieme al Dottore Pace, il professor Massimo Boffini e la dottoressa Erika Simonato per l’esportazione del cuore malato. Nello stesso momento, il professor Renato Romagnoli e il dottor Strignano si occupavano del fegato della paziente. Dell’anestesia si sono occupati i dottori Alberto Orsello, Angelo Panio e Francesca Momigliano. La paziente è stata tenuta in vita, grazie alle macchine cuore-polmoni. Quando gli organi sono arrivati in sala operatoria i medici hanno potuto trapiantare i due organi. La delicatissima operazione è durata oltre dodici ore. Ora la 38enne è sveglia, respira autonomamente ed è lucida. Si trova nel reparto di Terapia Intensiva della Cardiochirurgia, dove proseguirà le cure del caso.
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