C’è un episodio in cui Alessandro Borghese ha temuto chiaramente di morire. Ed è qualcosa di orrendo, che non può essere dimenticato.
Chef Alessandro Borghese sembra essere nato con il sorriso. L’idea che ognuno si è fatto sul suo conto è proprio questa, vista qual è l’immagine che lui ha saputo costruire di sé stesso. Nei suoi programmi televisivi, con “Quattro Ristoranti” in testa, il figlio dell’attrice Barbara Bouchet appare sempre con la sua caratteristica risata e con un buonumore contagioso, che migliora le giornate di tanti. Anche questo è il segreto del successo di Alessandro Borghese.
Lui è tra gli chef più conosciuti nel nostro Paese, con la stessa, identica fama che caratterizza altri colleghi come Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli, il celebre trio di giudici di Masterchef. Ma di episodi tremendi, ed addirittura tragici, non ne sono mancati nella vita di Chef Borghese. Anzitutto lui è una persona molto determinata, che ha costruito con le sue sole mani quello che ha ottenuto. Nessuno gli ha mai fatto regali. Per anni ha vissuto sulle navi da crociera per farsi le ossa, e ha lavorato da quando c’era il Sole fino a notte fonda nelle cucine di questo o di quel locale.
Mentre “oggi tanti giovani non hanno più così tanta dedizione”, aveva sentenziato Alessandro Borghese qualche tempo fa a proposito del discorso che vede molti esercenti avere delle difficoltà nel reperire del personale per le loro attività. Da questo punto di vista ci sono diverse altre problematiche. Non ultima la tendenza a sfruttare ed a sottopagare i dipendenti da parte di alcuni, ma questo è un discorso da affrontare in una sede differente. Borghese, che ha preso parte come ospite da intervistare a “Da noi…a ruota libera” su Rai 2, ha svelato un ricordo orribile del suo passato.
Alessandro Borghese salvato per caso, ha rischiato enormemente
Abbiamo detto che Alessandro Borghese ha lavorato per diverso tempo nelle cucine delle navi da crociera. È successo quando era ancora un ragazzo. Lui ha raccontato di avere vissuto con i propri occhi, di persona, un dramma che ebbe tra le sue conseguenze la morte di tre persone. Si tratta dell’affondamento della nave da crociera “Achille Lauro”, così chiamata in omaggio all’omonimo armatore e politico napoletano, vissuto per 95 anni tra XIX e XX secolo.
Il transatlantico affondò al largo della Somalia il 30 novembre 1994, nel corso di un viaggio via mare da Genova al Sudafrica. Scoppiò un incendio a bordo che durò per due giorni, e che alla fine causò l’inabissamento della pur colossale imbarcazione. Venne salvato, ma non subito, Alessandro Borghese. All’epoca lui aveva 18 anni e girovagò nell’Oceano Indiano per tre giorni, a bordo di una misera zattera.
A trarlo in salvo fu una nave petroliera greca, casualmente di passaggio lì. Una esperienza da film d’avventura, che lo ha visto lottare contro la fame e la sede. E con la paura che potesse annegare senza che nessuno avesse mai più saputo niente di lui. Sua madre Barbara Bouchet venne a sapere del naufragio della Achille Lauro ascoltando il telegiornale. Ma le notizie non viaggiavano velocemente come oggi. Per fortuna però non era solo. C’era qualche altro naufrago con chef Borghese, ed anche delle provviste. Ma è una cosa che nessuno mai dovrebbe vivere.