I titoli del gruppo Stellantis perdono terreno in Borsa dopo aver divulgato le stime negative per il 2024: i dettagli
Le Borse europee non tengono e prosegue il segno negativo rosso dopo un timido sospiro di sollievo generato dalle misure a sostegno dell’economia cinese. E così il Ftse Mib di Milano perde 1,73%, mentre il Cac di Parigi segna un -2%, dove Renault segue il destino di Stellantis e il Dax di Francoforte arretra dello 0,69%, mentre gli altri listini reggono il colpo e limitano i danni, ma i numerosi titoli delle quattro ruote tedesche sono in profonda crisi già da tempo.
Tempi bui per il gruppo Stellantis che, dopo aver reso note le stime negative 2024 agli investitori, crolla letteralmente in Borsa, trascinando le altre borse europee. Sull’azionario incide molto la sorte del gruppo in una giornata particolarmente sofferente e difficile con più di un titolo dell’automotive in crisi, rilevando una sconcertante debolezza sui mercati.
L’annuncio della nota di Stellantis sul taglio delle stime, il profit warning indirizzato agli investitori che impacchettava le brutte notizie sui risultati del primo semestre 2024, ha prodotto una giornata pesantemente negativa in Borsa anche per gli altri titoli del settore auto. Una vera e propria zavorra l’annuncio dei minori profitti per Stellantis che perde e perde tanto.
Gli investitori sono evidentemente rimasti molto delusi e sono fuggiti in massa sia a Milano, che a Parigi, ma anche a New York, travolgendo tutto ciò che riguarda l’auto. Londra invece cede l’1% e va al tappeto l’Aston Martin con un abbagliante -24%. che paga la debolezza della Cina. Amsterdam e Madrid cedono rispettivamente 0,8% e 0,77, mentre Vienna sale dello 0,1%.
Stellantis crolla in Borsa con un eclatante -14,7% e fa registrare il minimo storico, spingendo il titolo sotto l’Ipo del 2021. Il taglio della guidance è fatale, e costa al gruppo circa 6,5 miliardi in un giorno. Ora la capitalizzazione passa dagli 80 miliardi registrati a giugno ai 34,57 miliardi di oggi.
Le conseguenze per il taglio alle stime degli utili e dei ricavi finanziari e la riduzione del Margine Risultato Operativo Adjusted previsto e delle vendite inferiori alle attese nel secondo semestre, preoccupano e non poco gli azionisti che pensano ad un contenimento obbligato dei loro dividendi.
Opzionate le azioni di recupero che dovrebbero prospettare un rilancio nel 2025, come la normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti e il contenimento delle consegne alla rete e un aumento degli incentivi sui modelli del 2024. Una ottimizzazione che potrebbe tradursi in rallentamenti negli stabilimenti meno redditizi tra cui Mirafiori. Viceversa sarebbe un fallimento per Carlos Tavares, nel raggiungimento degli obbiettivi economici, che potrebbe saltare e lasciare il posto a qualcun altro scelto ovviamente da John Elkann che pare pensi ad un futuro tutto rosa e al nome di Mary Barra.
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