Scoppiano bufere e ondate di protesta intorno al celebre Ovetto Kinder della Ferrero: i lavoratori della fabbrica mollano tutto e scendono in piazza a protestare.
Proteste piene di cattiveria hanno caratterizzato le ultime ore della Ferrero, azienda celebre in tutto il mondo fondata ad Alba, nel cuneese. Le manifestazioni hanno visto dipendenti contrariati dalle condizioni che sono costretti a vivere sul posto di lavoro e, in particolar modo, in relazione ai famosissimi Ovetti Kinder. La rabbia si è consumata proprio avanti all’azienda, nel tentativo (disperato) di chiedere un cambiamento.
Conta un fatturato di oltre 17 miliardi di euro annui e occupa il terzo posto al mondo tra le aziende che operano nel settore del chocolate confectionery. Si pone tra i leader mondiali in fatto di sicurezza dei prodotti e oggi, il marchio Ferrero, è sinonimo di garanzia in tutto il globo. Nata come azienda a conduzione familiare, prevede sedi e stabilimenti di produzione che vanno ben oltre i confini nazionali ed europei, contando più di 47.000 dipendenti in 55 paesi diversi. E’ tra questi dipendenti che è scattata la polemica delle ultime ore, la quale ha portato ad una violenta ribellione e ad una discesa in piazza abbandonando il posto di lavoro.
“Un pacchetto di cioccolatini non può costare più di un’ora del mio lavoro”, questo è quanto dichiarato unitamente all’affermazione “è vergognoso” da Marina, la quale da ormai 36 anni confeziona i cioccolatini del marchio Ferrero, gli apprezzatissimi Ovetti Kinder, i Mon Chéri e i Raffaello. Lavora insieme ad altre 200 colleghe della Proteco srl, un’azienda che lavora in appalto per la Ferrero.
Stando alle dichiarazioni delle lavoratrici, la paga netta ammonta a 5 euro l’ora. Una realtà pressoché incredibile, nonostante Ferrero goda sul territorio piemontese della fama di “gigante buono”. A quanto pare, la realtà dei fatti attuali è ben diversa dalle promesse di un tempo: “permette lo sfruttamento affidandosi alle cooperative dando loro i servizi in appalto”.
Ecco che insieme alle sue colleghe, Marina ha scelto di aderire ad uno sciopero per impiegare il tempo in un urlo collettivo davanti alla sede della Ferrero ad Alba. Lo striscione che le donne tengono in mano, bagnato dalla pioggia, riporta queste parole: “Appalti Ferrero, trent’anni di lavoro sottopagato”.
A far compagnia alle lavoratrici e a dar loro sostegno ci sono i sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base. “Chiediamo l’applicazione del contratto dell’industria agroalimentare”, ossia quello corretto e previsto per la mansione che svolgono. Queste sono state le parole di Vincenzo Lauricello, dell’Usb. Concretamente, quanto richiesto all’azienda è: un aumento della retribuzione affinché possa essere allineata all’attività svolta; la trasformazione dei contratti da part-time a full-time in modo da garantire alle donne una continuità lavorativa e un aumento del monte ore annuale per chi è assunto a tempo indeterminato. Restiamo in attesa di conoscere la reazione del colosso italiano della produzione dolciaria.
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