È stato catturato Carmelo Miano, il giovane hacker siciliano che è entrato nei siti top secret del Ministero della Giustizia: le ammissioni.
Alla fine, le Forze dell’Ordine sono riuscite a catturare l’hacker che da tempo seminava terrore minacciando di diffondere i segreti di Stato. Carmelo Miano, siciliano di 24 anni, è riuscito a scoprire documentazioni top secret del Ministero di Giustizia, violando i sistemi di sicurezza. La Polizia era sulle sue tracce da tre anni, e ora è riuscita a scoprire la sua identità.
Arrestato ieri sera, il ragazzo, genio dell’informatica, ha ammesso tutte le sue colpe, senza cercare scuse. “Ho fatto tutto quello di cui mi accusate”, avrebbe detto alle autorità, una volta scortato in caserma. Una piccolissima dimenticanza, però, gli è costata cara, mettendo gli agenti sulle sue tracce, trovando il covo nel quale l’hacker si nascondeva.
Carmelo Miano si rifugiava nel quartiere Garbatella di Roma. A incastrarlo una semplice dimenticanza: aveva lasciato il suo indirizzo Ip dopo aver navigato su un sito a contenuti a luci rosse, senza eliminare la cronologia. Nelle prossime ore, Miano sarà interrogato dagli inquirenti. Dovrà chiarire dove sono finite tutte le informazioni sottratte allo Stato.
Originario di Gela, Carmelo Miano aveva la sua base operativa a Roma, in un piccolo appartamento preso in affitto. Vittima di bullismo sin da ragazzino, il computer è sempre stato il suo rifugio. Grazie alle sue abilità informatiche, l’hacker è riuscito negli anni a mettere da parte un vero tesoro, circa 5 milioni di euro in criptovalute, navigando nel deepweb e avendo contatti con spacciatori e gruppi criminali.
Le autorità temono che l’hacker possa aver avuto contatti con spie russe, informandole su documenti top secret riguardanti il Governo italiano e la UE, in cambio di denaro. Il sospetto nasce da una sua registrazione su un portale di Mosca che commercia informazioni sensibili. Tuttavia, ciò che gli inquirenti hanno trovato nel suo pc è soltanto la punta dell’iceberg.
Miano sarebbe a conoscenza di informazioni pericolosissime, e in tre anni avrebbe scambiato dati sensibili con altre persone, in Italia e all’estero. Il giovane è riuscito persino a violare e-mail personali di magistrati attivi a Napoli, Roma, Gela e Brescia. In tutto ciò emerge l’elevata fragilità di portali e di sistemi di sicurezza, violabili da un giovane e senza grosse difficoltà.
Tra l’altro, si teme che Carmelo Miano possa essere entrato in contatto anche con alcuni esponenti dei servizi segreti. L’avvocato difensore ha chiesto alla Procura l’attenuazione della misura cautelare del carcere, in modo tale che Miano possa scontare l’arresto ai domiciliari. L’avvocato ha minimizzato la gravità dei fatti, accusando la fragilità del sistema informatico dello Stato.
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