Proseguono le truffe informatiche, rinnovandosi di volta in volta, la più diffusa in questo periodo? L’SMS con l’avviso di pagamento non autorizzato.
Le truffe informatiche proseguono, colpendo milioni di persone. Purtroppo, ancora oggi, nonostante tutti gli appelli e gli avvisi, sono migliaia i cittadini che incappano in queste truffe, facendosi rubare denaro e fornendo ai cybercriminali dati sensibili e informazioni personali. Una delle truffe più diffuse, e che miete tantissime vittime, è quella dell’SMS contenente l’avviso di un pagamento non autorizzato. Si tratta di un truffa molto astuta, che potrebbe confondere il cittadino distratto o ansioso.
Da qualche tempo questa truffa è molto diffusa, insieme a quella del messaggio tramite il quale un fantomatico figlio, con la scusa di avere il telefonino rotto, contatta i genitori con un altro numero di telefono, invitandoli a richiamarlo proprio sul nuovo numero. Quando si chiama il nuovo numero, ecco che i criminali riescono a carpire informazioni personali, in particolare quelle legate alle App e alle carte di pagamento.
La truffa dell’SMS contenete l’avviso di un pagamento non autorizzato funziona in modo simile a quella del finto figlio. In pratica, sul telefonino si riceve un SMS che avvisa di un pagamento tramite PayPal, e in allegato c’è un link sul quale cliccare per bloccare l’erogazione del soldi. In generale, il messaggio recita “PayPal: è stato autorizzato un pagamento di tot euro tramite carta ***. Se non sei stato tu puoi bloccarlo al seguente link”.
È importantissimo non aprire mai il link allegato nel messaggio. Se lo si apre, si viene trasferiti su un finto sito di PayPal, praticamente identico al sito originale. Qui si viene invitati a inserire l’indirizzo mail, la password e il numero di telefono, per poter bloccare il pagamento non autorizzato.
Una volta inseriti i dati, si pare una seconda pagina, nella quale si legge si chiede l’inserimento del numero della carta associata al conto PayPal. Insomma, una truffa ben architettava, che potrebbe trarre in inganno molte persone, anche per via delle pagine PayPal identiche a quelle vere.
Una volta immessi i dati della proprio carta, si riceve anche una telefonata, dove si presenta una donna, la quale fornisce un nome finto e si presenta come dipendente PayPal. La truffatrice cerca di convincere la vittima a bloccare il finto pagamento, fornendo il numero della carta di credito. Insomma, tutto è ben organizzato per poter truffare un contribuente.
Quando arrivano messaggi del genere, che possono essere inviati tramite SMS, tramite WhatsApp, oppure tramite mail, è importante non aprire mai nessun link, ed è importante non fornire alcun dato personale. Se si riceve una chiamata, invece, è bene non rispondere, oppure riattaccare subito. Ma le truffe che girano sono tantissime, da quella del codice WhatsApp, a quella del cash trapping al Bancomat, oppure la truffa del prefisso +44 dal Regno Unito.
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