L’Agenzia delle Entrate sfoltisce alcuni procedimenti per ottenere riscossioni e pignoramenti più rapidi: addio alle cartelle esattoriali.
È stata avviata la riforma delle riscossioni, per sveltire i procedimenti burocratici che prendono tempistiche lunghissime. Tramite l’ampliamento dell’accertamento esecutivo potrebbero essere eliminate le cartelle esattoriali, il cui procedimento di invio è responsabile di numerosi ritardi, anche di anni, e di intoppi di vario genere. Ora che cosa succederà?
Tramite il nuovo decreto, riguardante la riforma delle riscossioni, l’Agenzia delle Entrate può affrettare le tempistiche e riscuotere e pignorare in tempi brevi, in pratica saltando tutto il processo legato all’invio delle cartelle esattoriali. Nel nuovo sistema, si agirà tramite avviso di accertamento, dunque lasciando da parte la creazione del ruolo e della cartella esattoriale.
L’Agenzia delle Entrate Riscossioni può agire nei confronti del contribuente indebitato tramite la notifica della cartella esattoriale. L’invio della cartella esattoriale dà inizio a un lunghissimo procedimento per arrivare, alla fine, al pignoramento di un bene o alla riscossione di un credito. Con l’accertamento esecutivo si comunica l’esito di una verifica fiscale.
L’addio alle cartelle esattoriali non è una liberazione dai debiti col Fisco, muta solo il sistema di recupero dei crediti. Comunque sia, l’accertamento esecutivo non è proprio una novità assoluta, visto che è già previsto per alcune categorie di crediti, come ad esempio sanzioni per le imposte sul reddito, oppure sull’IVA o l’IRAP. Ma che cosa significa accertamento esecutivo?
Si tratta del sollecito di pagamento con un ultimo avvertimento, con termine di 30 giorni dalla notifica dell’atto. Se il contribuente non salda il suo debito con il Fisco, l’Agente delle Riscossione può agire in via esecutiva, recuperando il credito o il bene, saltando la creazione del ruolo e l’invio della cartella esattoriale.
All’interno dell’accertamento esecutivo sono presenti tutte le funzioni previste, velocizzando la riscossione coatta, recuperando in tempi brevi quanto dovuto dal debitore. Tale funzione sarà applicata anche per il recupero di crediti non spettanti o inesistenti utilizzati, per avvisi inerenti al recupero di tasse e imposte, e di importi non versati, come ad esempio agevolazioni fiscali indebitamente percepiti.
E ancora, la funzione è applicata per atti di irrogazione delle sanzioni, per avvisi di rettifica di liquidazione per successioni, imposte di registro e donazioni. Questa riforma è importante perché semplifica i passaggi relativi alla modalità di recupero coattivo dei crediti, sfoltendo numerosi passaggi burocratici che, oltre a far perdere tempo, comportano anche molteplici spese extra.
Dall’altra parte, però, se al Fisco conviene, al contribuente viene meno la sua tutela giurisdizionale, dando minore tempo per saldare il debito, anche se magari il Fisco verrà incontro al debitore, “addolcendo” l’onore fiscale. Dunque, le cartelle esattoriali spariranno a partire dal 2025? In realtà, le cartelle saranno sempre erogate e notificate ai contribuenti.
Tuttavia, saranno previsti dei piccoli cambiamenti a livello di notifica o di rateizzazione. Dunque, l’addio alle cartelle esattoriali non significa che il contribuente si vedrà pignorare i beni senza preavviso. L’esattore, infatti, deve prima inviare una raccomandata, chiamata lettera di presa in carico, che non si chiamerà più “cartella”. Anche in questo “ambito” esistono le truffe: Attenzione alle “cartelle false”.
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