In collegamento con Verissimo, Mauro Corona racconta del periodo difficile dopo la morte della compagna e le ripercussioni sulla figlia.
Ospite in collegamento della puntata del 12 ottobre, Mauro Corona si è raccontato nell’intervista con Silvia Toffanin. Lo scrittore ha ricordato, non senza commozione, alcuni momenti difficili e delicati della sua vita; in particolare la scomparsa della compagna e la dipendenza dall’alcol.
Lo scrittore Mauro Corona ha concesso una rara intervista e ha scelto il salotto di Silvia Toffanin a Verissimo per raccontarsi. Pur non essendo presene in studio, ma in collegamento dal laboratorio che i telespettatori di È sempre Carta Bianca ormai conoscono benissimo, Corona non si è tirato indietro, parlando anche di quei momenti particolarmente delicati del suo passato.
Scrittore, scultore e alpinista, Corona ha fatto anche un po’ il bilancio della sua vita fin qui e ha ammesso: “La colpa è solo mia. Ho 74 anni non so quanto mi resta, vorrei viaggiare in discesa e non più in salita“.
Mauro Corona: la dipendenza e l’allontanamento dalla figlia
La sua dipendenza dall’alcol non l’ha mai nascosta e anzi ha più volte sottolineato come ci abbia provato a più riprese a tenersi alla larga, ma dice anche “Ogni tanto ci ricado, è una vipera che ti morde. Non ne esci più“; una volta cinque anni, poi 2 ma ci è sempre ricaduto e non cerca giustificazioni, ammette solo la difficoltà.
“Una testa calda“, così si autodefinisce Mauro Corona quando comincia a parlare del rapporto con sua figlia. Nata nel 1974, la piccola Martina è stata cresciuta dai nonni, i genitori dello scrittore. All’epoca, poco dopo la nascita, la piccola perse la madre: “morta a 20 anni per un tumore al cervello“.
Un duro colpo anche per lo scrittore che da testa calda decise di allontanarsi in parte dalla figlia e affidarla ai nonna, che si sono sempre presi cura di lei e lo hanno aiutato nel ruolo di padre, “Mi hanno aiutato e anche loro erano felici di stare con lei“. Ma Corona ammette anche che la piccola si è ritrovata orfana non solo di madre, ma anche di padre; l’alpinista ha infine ricordato di non essere stato un padre particolarmente presente, soprattutto nel periodo dell’infanzia di sua figlia Martina: “Mi riesce difficile ricordare quei tempi -ammette- avrei potuto agire meglio“.